L'OPINIONE

Manager innovativi al servizio del Paese, l’occasione persa dai governi

I dirigenti industriali propongono correttivi e modelli organizzativi per ovviare alle carenze di sistema e ridurre il gap di conoscenze spesso riscontrato in politica. Anche questo governo, però, non sembra interessato all’offerta di competenze messa in campo dai professionisti. Il contributo di Guelfo Tagliavini, consigliere nazionale Federmanager

Pubblicato il 06 Giu 2018

Guelfo Tagliavini

Consigliere Federmanager Roma

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Non vorrei sembrare Cassandra, ma ho il timore che anche questa volta l’offerta di competenze messa, più volte, a disposizione dei precedenti governi dalla Federazione dei Dirigenti Industriali (Federmanager), rimarrà senza risposta come i tanti curricula vitae dei nostri giovani considerati troppo spesso come spam dalla stragrande maggioranza delle nostre imprese.

Eppure non sono mancate le occasioni di incontri, convegni, eventi, audizioni parlamentari per snocciolare ad agognati deputati e senatori di tutto l’arco costituzionale la messe di competenze di alto livello che la nostra Federazione può vantare e mettere a disposizione del governo del Paese per contribuire a ridurre quel gap di conoscenze e competenze che troppo spesso abbiamo riscontrato tra le fila di chi ha avuto in mano le leve della gestione della cosa comune.

Carenze che abbiamo purtroppo riscontrato in settori strategici per lo sviluppo della nostra economia, per i quali invece una sana iniezione di preparazione ed esperienza professionale avrebbe rappresentato il “tocca sana” e la naturale soluzione.

Continuiamo, incessantemente, a denunciare carenze di sistema ed al tempo stesso a proporre correttivi che nascono dalla messa in campo di modelli organizzativi consolidati che applichiamo quotidianamente nelle aziende che dirigiamo. Ma gli effetti che riscontriamo sono assolutamente marginali se non totalmente inesistenti.

Ci chiediamo se abbia ancora un senso continuare ad “implorare” di essere presi in considerazione. Se continuiamo a farlo è per un grande senso di responsabilità che abbiamo verso il nostro Paese, unito ai principi etici che ispirano e guidano la nostra categoria.

C’è un proverbio inglese che dice: “you can lead a horse to water, but you can’t make it drink”. Puoi portare un cavallo all’acqua, ma non puoi obbligarlo a bere.

Speriamo che il nuovo Governo non si comporti come il cavallo inglese.

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