È Martin Cooper, l’inventore del telefono cellulare, il vincitore del Marconi Prize, sorta di “Nobel delle telecomunicazioni” che sarà assegnato a Bologna il primo ottobre dalla Marconi Society.
Cooper innescò una vera e propria rivoluzione quando, il 3 aprile 1973, passeggiando per le strade di New York, si portò all’orecchio l’apparecchio da un milione di dollari e oltre 1 kg di peso che aveva inventato per la società Motorola. Consapevole dell’enorme valore del gesto che stava per compiere, l’ingegnere decise di fare quella prima chiamata davanti ai giornalisti componendo il numero del suo rivale alla AT&T (il competitor di Motorola): “Ciao Joe, indovina? Sono sotto il tuo ufficio e ti sto chiamando con un cellulare…”. Per la prima volta una telefonata aveva raggiunto un numero della rete fissa ma era stata originata da un terminale mobile, connesso a questa attraverso tecnologie radio.
“Apparati per comunicare vocalmente via radio furono già sviluppati da Guglielmo Marconi più di cento anni fa – ha commentato Gabriele Falciasecca, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi che collabora fin dalla sua nascita con la Marconi Society – e nel settore militare ebbero grande importanza i terminali mobili della stessa Motorola durante la seconda guerra mondiale, come abbiamo visto in film sullo sbarco in Normandia. Ma Martin Cooper è riuscito ad abbinare la realizzazione di un terminale portatile, sebbene un po’ pesante, con la capacità di entrare nella ordinaria rete fissa di telefonia, aprendo così la strada a tutti gli sviluppi successivi. Va detto che dopo questo momento pionieristico anche l’Europa fece la sua parte: la realizzazione del primo sistema paneuropeo digitale, il Gsm, è stata un’altra pietra miliare nello sviluppo di queste tecnologie sulle quali oggi è basata gran parte della nostra comunicazione in voce e di dati”.
“Il premio quest’anno torna a Bologna – ha concluso Falciasecca – perché si vuole sottolineare come in Italia, in due città vicine come Bologna e Firenze, siano nate le due personalità che hanno reso possibile la tecnologia cellulare, Antonio Meucci, inventore del telefono, e Guglielmo Marconi, inventore delle comunicazioni radio”.
Martin Cooper interverrà anche nelle sessioni della Marconi Institute for Creativity Conference 2013, la prima conferenza internazionale sulla scienza del pensiero creativo che accompagna la consegna del prestigioso riconoscimento.
Il Marconi Prize è assegnato dalla “Marconi Society” fondata a San Francisco nel 1974 da Gioia Marconi, figlia del grande inventore, per dare un riconoscimento a quegli innovatori che hanno messo la propria mente al servizio dell’umanità. Tra i precedenti vincitori, che una volta premiati diventano Marconi Fellows, ci sono tra gli altri Sergey Brin e Larry Page (Google), Tim Berners-Lee (World Wide Web), Leonard Kleinrock (Internet), Irwin Jacobs (Qualcomm), David Payne (fibra ottica), l’italiano Federico Faggin (microchip) e molti altri eroi della storia recente delle telecomunicazioni.
In vista della consegna del Marconi Prize viene anche lanciato un contest tra i giovani creativi per l’ideazione della migliore app (iOS e Android) per far conoscere l’opera di Marconi. Non uno strumento da museo, ma un gioco o un’utility che sappia coinvolgere davvero. Le modalità del concorso verranno presto definite nel dettaglio e rese pubbliche, ma già da ora si sa che gli esperti della Fondazione Marconi aiuteranno a realizzare tre app e una di queste verrà premiata alla consegna del Marconi Prize.
La cerimonia, che si terrà a Bologna dal 29 settembre al primo ottobre 2013, è organizzata con il contributo di Fondazione Guglielmo Marconi, Dipartimento dell’energia elettrica e dell’informazione (DEI) dell’Università di Bologna, Comune di Bologna, Unindustria, Fondazione Ugo Bordoni, Comune di Sasso Marconi, Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro e Marconi Institute for Creativity (Mic). Associata alla cerimonia di conferimento del premio è la Mic Conference 2013, la prima conferenza internazionale sulla scienza del pensiero creativo, che vedrà l’intervento di numerosi Marconi Fellows.