“Innovare velocemente e con più coraggio è la chiave che le aziende hanno per spingere la propria crescita nel mercato. Ma per innovare i processi aziendali e imprimere velocità al cambiamento, è fondamentale che gli operatori adottino un approccio che punti a moltiplicare soluzioni da testare velocemente sul mercato, avendo il coraggio di accettare maggiori rischi nel ritorno degli investimenti, e a far sistema, condividendo sempre di più dati, soluzioni e piattaforme di business”.
Lo ha detto Michele Marrone, managing partner, communications, media & technology di Accenture per l’area Igem (Italia, Grecia, Europa dell’Est, Russia, Turchia e Medio Oriente), intervenendo questa mattina a Capri all’evento “Cambiare x Cambiare”.
Sarà prioritario, per le organizzazioni e le imprese nell’era della digitalizzazione, secondo Marrone, puntare sulla progettazione di servizi intorno agli oggetti e ai dispositivi intelligenti, e puntare su un nuovo talent-mix. Secondo Accenture, infatti, il futuro sarà dominato dai Living Services, servizi intelligenti connessi con la nostra vita quotidiana, in grado di adattarsi alle esigenze del consumatore, integrando completamente l’esperienza reale e quella digitale. “E’ un fenomeno dirompente – spiegano dall’azienda – che in Italia ha già un alto livello di adozione: dai 6 milioni di “oggetti connessi” alle connected car, ambito in cui Accenture ha collaborato, ad esempio, ai servizi ‘Uconnect’ di Fca”.
Secondo Accenture l’innovazione passa anche “attraverso un ripensamento dei tradizionali modelli di governance – spiegano dall’azienda – da realizzare grazie a figure capaci di guidare la trasformazione digitale all’interno delle aziende. Oltre ai tradizionali Chief Marketing Officer (nel 54% delle aziende italiane) e Chief Executive Officer (42%), sempre più di frequente il cambiamento e i processi di innovazione sono spinti dai Chief Information Officer e Chief Technical Officer (29%)”.
Le prospettive di un mercato sempre più competitive e accelerato dalla digital disruption impongono inoltre una svolta nel talent-mix aziendale e un forte investimento nella ricerca dei talenti, in particolare di figure giovani specializzate con competenze trasversali di business, tecnologia e creatività: “Meno ingegneri tradizionali e più ingegneri del software – spiega Marrone – ma anche esperti di statistica, in grado di interpretare i dati, e designer, capaci di progettare prodotti e servizi coinvolgenti, emozionanti, semplici da utilizzare e sempre più social”.
In questo quadro Accenture ha individuato sette aree chiave per la trasformazione delle aziende nell’era digitale: la Digital customer experience, orientata a semplicità di fruizione, esperienza omogenea sui diversi connected objects, accessibilità; la Velocità di innovazione, intesa come capacità di intensificare il lancio di prodotti sul mercato, per alimentare la continua selezione dei migliori; i Nuovi talenti, per essere competitivi grazie alle competenze trasversali delle nuove professionalità che si stanno affermando; l’evoluzione delle piattaforme, che da chiuse devono diventare aperte per integrarsi e gestire i dati che alimentano i connected objects; modelli agili di gestione dei servizi, passando da organizzazioni verticali a orizzontali che adottino forme di crowdsourcing e integrazione di terze parti; entrare nell’ecosistema dell’innovazione dialogando con un sistema di imprese e start up nazionali e internazionali; responsabili del business alla guida della strategia di trasformazione (CEO, CMO, o nuove figure come il Digital Trasformation Officer).