Come dimostra lo studio Fattore Internet (www.fattoreinternet.it), commissionato da Google a Boston Consulting Group nel marzo scorso, l’Internet economy italiana ha raggiunto nel 2010 un valore di 31,6 miliardi di euro, pari al 2% del Pil italiano, registrando una crescita del 10% rispetto al 2009. Ancora più interessante il potenziale di crescita: nel 2015 l’economia Internet rappresenterà tra il 3,3% e il 4,3% del Pil italiano, pari a circa 59 miliardi di euro, ossia quasi il doppio dei valori attuali. Di fatto, per ogni euro di crescita del Pil italiano da qui al 2015, in media 15 centesimi saranno legati ad Internet.
Ma c’è di più. Le piccole e medie imprese attive su Internet fatturano di più, assumono di più, esportano di più e sono più produttive di quelle che su internet non sono presenti. Se ci focalizziamo sulla ricaduta occupazionale i dati sono altrettanto significativi: come rivela l’indagine condotta dal Digital Advisory Group (www.digitaladvisorygroup.it) di cui anche Google fa parte, negli ultimi 15 anni sono stati creati circa 700mila nuovi posti di lavoro collegati al Web, di cui ben il 40% nell’indotto, ovvero nei settori economici a supporto indiretto dell’economia digitale.
È chiaro quindi come, rafforzando l’economia digitale, tutti gli attori del tessuto economico possano da un lato trarre ulteriori benefici in termini di nuove opportunità di business e dall’altro dare un nuovo impulso allo sviluppo economico nazionale, aumentando la competitività del nostro Paese sotto il profilo dell’innovazione e dell’occupazione. Ritengo auspicabili interventi che facilitino il processo di digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane, affinché non perdano opportunità di crescita nello spazio economico nazionale e internazionale. In particolare, incentivi volti a incoraggiare l’utilizzo di piattaforme e-commerce per l’export di beni e servizi italiani da parte delle micro e piccole imprese, nonché a facilitare la comunicazione di tali imprese nei confronti del pubblico estero. Un altro fattore rilevante sarebbe la semplificazione delle procedure per acquisti online di valore modesto da parte delle piccole imprese