Da comandante della Polizia municipale di Milano, Tullio Mastrangelo non deve solo occuparsi dell’ordinaria amministrazione di una metropoli da 1,3 milioni di abitanti. Deve anche far sì che il territorio sia in grado di affrontare, tra meno di un anno, l’auspicata invasione degli ospiti di Expo 2015 e garantire “sicurezza, mobilità e qualità della vita a residenti e visitatori. L’innovazione è fondamentale per il risk management. Il nostro compito è sfruttarla per mettere in relazione risorse umane e tecnologie”.
Comandante Mastrangelo, quali sono le dotazioni che avete attualmente a disposizione?
Innanzitutto il sistema di videosorveglianza. Parliamo di un network di 1600 telecamere del Comune, al quale si aggiungono le postazioni di Atm, altre 4000 telecamere, e che verrà presto aggiornato con i sensori delle public company, da A2A a Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi. Dai nostri server le immagini vengono distribuite alla Polizia, alla Questura, alla Prefettura, all’Arma dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza, ma stiamo lavorando per renderle disponibili anche a Vigili del Fuoco e Guardia forestale. Più immagini riusciamo a integrare, più aumenta la possibilità per le control room di abilitare la componente preventiva e proattiva rispetto a situazioni di rischio. Stiamo anche sperimentando sistemi di videoanalisi su alcune specifiche aree della città: Duomo, Cadorna e Corso Buenos Aires. Grazie a questi strumenti intelligenti è possibile allertare automaticamente l’operatore su una telecamera che identifica, per esempio, una rissa, l’abbandono di un pacco sospetto o attività di vandalismo.
Quando sarà possibile estendere queste funzioni ad altre aree?
Occorrono piani di sviluppo per la diagnostica sul territorio. Perché se dei rischi di sicurezza urbana ce ne occupiamo noi, l’ordine pubblico è di competenza della Questura. Avremo da loro gli input per collocare nuovi applicativi in aree di interesse.
Come procede l’integrazione con le altre Forze dell’ordine?
C’è già una valida interconnessione tra le varie centrali operative, che verrà potenziata in occasione dell’Expo. Nel 2015 verrà infatti istituito il City Commande Centre, un centro di controllo avanzato in via Drago che prenderà in carico la gestione dell’ordinaria amministrazione come delle situazioni critiche all’interno del sito espositivo. Coordinerà tutti i corpi, ciascuno a sua volta collegato con la rispettiva centrale operativa, per monitorare 24 ore su 24 l’Esposizione. La struttura è concessa in comodato d’uso a Expo 2015, ma nella primavera del 2016 diventerà patrimonio tecnologico del Comune di Milano.
Quali le competenze e gli strumenti da sviluppare nel futuro?
La strada che dobbiamo percorrere è quella della digitalizzazione operativa, adottando tool che permettono di trasmettere e archiviare automaticamente le informazioni che arrivano dal territorio, abbattendo i tempi di back office, liberando risorse negli uffici e mitigando l’errore umano.
Il budget lo consente?
Le barriere non sono di natura economica: con un accurato scouting mondiale si trovano molte proposte interessanti, e comunque parliamo di investimenti con rapidi payback. La grossa sfida è il cambiamento culturale: il personale deve passare da un metodo di lavoro a un altro, adottando un approccio che privilegi le decisioni di testa rispetto a quelle di pancia.