L'INTERVENTO

Mattarella: “Il digitale decisivo per la crescita del Paese”

Il Presidente della Repubblica accende i riflettori sul ruolo dell’innovazione come driver di sviluppo: “Dare particolare attenzione alle aree interne e alle isole minori”. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga: “Pnrr occasione storica”. Report OpenPolis sulla distribuzione delle risorse per la PA digitale: la Lombardia in testa con 202,7 milioni

Pubblicato il 02 Ott 2023

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Teatro Carignano di Torino per la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2018/2019 dell'Università di Studi di Torino. (foto di Francesco Ammendola, ufficio stampa Presidenza della Repubblica)

Digitale decisivo per il futuro del Paese. Lo ha rimarcato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo saluto in occasione del “Festival delle Regioni”, in corso a Torino. “È  importante dare attenzione e centralità al digitale che è un elemento decisivo per il futuro del Paese, in tutti i suoi luoghi e particolarmente per le aree interne e le isole minori”, ha sottolineato Mattarella che da sempre pone attenzione al ruolo del digitale per una crescita inclusiva e sostenibile.

Fedriga: “Lavorare insieme per attuazione Pnrr”

Nel suo intervento di apertura al Festival delle Regioni anche il presidente della Conferenza delle Regioni e della Province autonome, Massimiliano Fedriga, ha acceso i riflettori sul ruolo del digitale come strumento di crescita.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occasione storica per l’Italia, investe ingenti risorse per rafforzare il sistema produttivo, modernizzare la pubblica amministrazione e le infrastrutture – ha spiegato  – Un obiettivo per il quale è necessario realizzare una capacità amministrativa stabile all’interno delle singole amministrazioni della nostra Repubblica, investendo sui giovani e sulle loro competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione digitale, moderna ed efficiente. Questa lunga opera di riforma della Pubblica Amministrazione è uno dei più importanti investimenti per rinnovare l’infrastruttura immateriale del Paese”.

“Come il Piano Marshall ha contribuito nell’immediato dopoguerra a modernizzare l’Italia – ha aggiunto – così il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta oggi il mezzo per lo sviluppo del Paese. Occorre pertanto che ogni decisione di livello nazionale ed europeo sia orientata verso investimenti in grado di favorire la crescita e sia scevra da orpelli burocratici, al fine di non disperdere il potenziale di questo preziosissimo volano. A tal fine, sono altrettanto importanti i fondi per la coesione nazionale indirizzati alla rimozione degli squilibri nei territori e che sono perciò quella fonte aggiuntiva e necessaria di risorse su cui far leva”.

Pnrr, a chi sono andate le risorse per la PA digitale?

Intanto OpenPolis ha mappato la distribuzione territoriale delle risorse del Pnrr dedicate ai servizi digitali della PA.

Come si evidenzia nel report sono 8 gli investimenti del Pnrr e del fondo complementare pensati per rafforzare e migliorare i servizi digitali della pubblica amministrazione. I fondi già assegnati ammontano a circa 1,6 miliardi. La Lombardia è la regione che riceve più fondi (202,7 milioni). Seguono il Piemonte (124,5) e il Veneto (97,3). Se si escludono i progetti di ambito nazionale, alle regioni del mezzogiorno va il 35,8% delle risorse stanziate finora. A livello comunale, Palermo è il territorio che riceve la maggior quota di risorse (circa 3,5 milioni di euro). Seguono i comuni di Roma (2,9), Venezia (2,7) e Verona (2,5).

Sono 7.506 (su 7.901) i Comuni che ricevono fondi Pnrr per progetti legati al miglioramento dei servizi digitali della Pa. Quasi la totalità dei territori quindi (il 95%) si è già visto assegnare finanziamenti più o meno consistenti per realizzare interventi in questo ambito, fa sapere Openpolis. A livello di singoli progetti i più onerosi sono quelli che hanno una portata su tutto il territorio nazionale e che assorbono l’intero importo stanziato dalla misura. Alla presidenza del consiglio dei ministri, ad esempio, sono affidati 72 milioni di euro per la diffusione della piattaforma PagoPa e dell’app Io e altri 38,5 per la digitalizzazione degli avvisi pubblici. Altri 36,6 milioni sono assegnati al ministero dell’interno ancora per progetti legati a PagoPa e app Io. Al ministero delle infrastrutture infine vanno circa 8,1 milioni per interventi nell’ambito della piattaforma nazionale digitale dati. Considerando invece i progetti “territorializzati” – conclude Openpolis – i più onerosi in assoluto riguardano interventi per il miglioramento dell’esperienza degli utenti e saranno realizzati a Genova, Palermo, Catania, Bologna, Verona, Venezia e Torino. In tutti questi casi l’importo stanziato è pari a circa 1,3 milioni di euro. Nello stesso ambito, a Bari sarà realizzato un progetto da 1,2 milioni e a Firenze un altro da 1,1 milioni.

La tipologia di progetti

Il Pnrr stanzia circa 48 miliardi di euro a favore della digitalizzazione del paese. Le misure previste in questo senso sono molteplici e vanno dallo sviluppo delle infrastrutture all’implementazione di strumenti digitali nelle pubbliche amministrazioni. “E proprio il miglioramento dell’esperienza del cittadino nei suoi rapporti con la PA ricopre un ruolo molto rilevante negli investimenti previsti dal Pnrr. Parliamo di 2,6 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 800 milioni del fondo complementare”, scrive Openpolis.

In particolare sono 33.748 i progetti per la digitalizzazione e il miglioramento dei servizi offerti dalla Pa già finanziati dal Pnrr. L’intervento più consistente dal punto di vista economico riguarda proprio il miglioramento della qualità e dell’utilizzabilità dei servizi pubblici digitali. Con questo investimento, del valore complessivo di 813 milioni di euro, si punta a migliorare la user experience dei servizi digitali. Ciò dovrà avvenire armonizzando le pratiche di tutte le pubbliche amministrazioni verso standard comuni di qualità.

Il secondo investimento più rilevante invece è denominato Polis – case dei servizi di cittadinanza digitale. Questa misura, che assorbe tutti gli 800 milioni previsti dal fondo complementare, punta a creare uno sportello unico di prossimità. Tale sportello dovrà assicurare ai cittadini residenti nei comuni più piccoli la possibilità di fruire di tutti i servizi pubblici in modalità digitale”.

Altri 580 milioni poi sono destinati al rafforzamento dell’adozione delle piattaforme nazionali PagoPA (lo strumento per i pagamenti tra la pubblica amministrazione e cittadini e imprese) e Io, app che dovrà diventare il punto di accesso unico per i servizi digitali della pubblica amministrazione. Invece 556 milioni sono stati stanziati per la creazione di una piattaforma nazionale dati (Pnd). Questa servirà a interconnettere i database della Pa in modo che il cittadino non sia più costretto a fornire la stessa informazione molteplici volte, sottolinea Openpolis. Sono poi previsti investimenti complessivi per 255 milioni per il rafforzamento delle piattaforme nazionali di identità digitale (come Spid, carta d’identità elettronica e anagrafe nazionale). Mentre 245 milioni serviranno per la digitalizzazione degli avvisi pubblici. Con quest’ultimo intervento si punta alla creazione di una piattaforma unica di notifiche che permetta di inviare messaggi con valore legale. Da segnalare infine – evidenzia Openpolis – l’investimento da 90 milioni per la creazione di uno sportello digitale unico che consentirà la digitalizzazione di un insieme di servizi essenziali (come la richiesta del certificato di nascita). E gli 80 milioni che saranno utilizzati per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali, in modo che tutti possano usufruirne.

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