“Il passaggio al modello 4.0, come ogni altra trasformazione nel corso del tempo, può accentuare forme di dualismo nella nostra società”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia al Quirinale per la consegna delle insegne di cavaliere del lavoro. “Mentre, da un lato, vi sarà un impatto positivo sulla produttività del lavoro, con un ampliamento anche di opportunità per i lavori più qualificati, dall’altro lato – ha spiegato il Capo dello Stato – è del tutto verosimile doversi attendere un effetto riduttivo sulla occupazione totale, per la probabile diminuzione di posti di lavoro ripetitivo a vantaggio della robotica. Il saldo netto tra posti di lavoro perduti e posti di lavoro creati non è una variabile indifferente”.
“So, che di questo, il governo e il ministro Calenda sono assolutamente consapevoli, come confermano le iniziative avviate. L’auspicio – ha sottolineato ancora Mattarella – è che le imprese sappiano cogliere le opportunità aperte dai provvedimenti approvati dal Parlamento o ancora all’attenzione delle Camere, perché il sistema Italia offra una risposta capace di aver successo su questo fronte”.
“La digitalizzazione – ha quindi proseguito il Capo dello Stato – abbatte le frontiere e apre nuove possibilità: i beneficiari finali di questi progressi sono tuttavia le persone e non dobbiamo neppure per un momento dimenticarlo”.
“Le nostre competenze ci guideranno per perseguire una crescita che non trascuri il settore manifatturiero, che sebbene sia stato duramente colpito dalla crisi – ha concluso Mattarella – rimane un punto di forza della nostra economia al quale affiancare scelte utili ad affrontare la prova della quarta rivoluzione industriale e della digitalizzazione”.
Nei giorni scorsi, il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda, aveva sottolineato che dopo Industria 4.0, il prossimo passo è Lavoro 4.0. “L’innovazione tecnologica è un fenomeno di per sé positivo ma che va governato. Bisogna lavorare sul fronte della capacità del lavoratore di cambiare indirizzo nel lavoro. Pensiamo all’inizio del prossimo anno di essere pronti con un progetto ad hoc – spiegava Calenda, nel suo intervento durante la presentazione degli scenari industriali del centro Studi Confindustria – L’esigenza a cui risponderà il piano del governo è di adattare il personale alle esigenze del futuro del mercato del lavoro. Non dico che servirà una concertazione perché il termine oggi è associato a un’idea negativa ma serve una forte condivisione del processo di trasformazione del sistema industriale, in un contesto internazionale molto difficile e minaccioso”.