“Fare dell’Italia la più bella start up del mondo. Facendo leva su Internet e le nuove tecnologie”. A pochi giorni dall’appuntamento con le primarie del Partito Democratico, il prossimo 25 novembre, il candidato e sindaco di Firenze Matteo Renzi battezza a Roma – e in collegamento videostreaming sull’universo online – il “Comitato digitale”.
La squadra vede in campo alcuni nomi noti del “salotto” Ict nazionale: da Francesco Sacco a Peter Kruger, da Layla Pavone a Stefano Quintarelli, da Salvo Mizzi a Eugenio Prosperetti. Tutti pronti a sostenere la candidatura del sindaco di Firenze e a dare vita a una serie di progetti per spingere la diffusione del web e della cultura digitale in Italia, ma soprattutto per sostenere lo sviluppo della Internet economy. “Il comitato che oggi nasce e che speriamo possa avere followers in tutta la Rete, ma anche a livello territoriale con lo sviluppo di altri comitati analoghi, rappresenta lo sforzo di affrontare questioni concrete”, ha detto Matteo Renzi. “La squadra è composta da grandi esperti di Internet e l’obiettivo è far passare il messaggio che la rivoluzione internet è per tutti, non solo per i giovani, e che da questa rivoluzione si può sviluppare una nuova economia”.
Lo sfidante di Pierluigi Bersani ha ricordato che negli ultimi anni la Rete ha creato 700mila posti di lavoro. “Internet non è un giocattolino né un luogo per addetti ai lavori, ma uno strumento da utilizzare a servizio della politica con proposte semplici ma in grado di spingere la trasparenza e la partecipazione”. A sostegno del “programma” digitale nei prossimi giorni il comitato presenterà un Manifesto, alla Leopolda a Firenze, un documento “semplice e con pochi punti”, hanno spiegato i rappresentanti presenti oggi a Roma presso la sede di piazza delle Cinque Lune inaugurata ieri sera. “Se non si punta su settori innovativi l’Italia non può sperare di crescere – ha detto Francesco Sacco -. Certamente non sarà il metalmeccanico a creare nuovi posti di lavoro. Diversamente l’Ict può aprire enormi possibilità. Ma bisogna smetterla di fare leggi su leggi che non fanno altro che aumentare la burocrazia”.
Da parte sua Salvo Mizzi ha detto che “l’Italia deve procedere come una start up: solo così si potrà ripartire con nuova imprenditorialità”. E Stefano Quintarelli invita a “pensare a Internet come a un modello di partecipazione e sviluppo. Serve però un approccio nuovo, non da anni 60, altrimenti non se ne potranno esaltare le potenzialità”. Peter Kruger invita a “considerare Internet un tema centrale dell’agenda politica. Matteo Renzi ha dimostrato capacità di innovare. E speriamo che Internet sia al centro della politica di sviluppo”.