“Il Sistema Camerale all’estero può rappresentare la rete in grado di assicurare il collegamento tra le politiche del governo e le micro e Pmi italiane interessate all’internazionalizzazione e più in particolare alle opportunità dell’export digitale”. Domenico Mauriello, Segretario Generale di Assocamerestero, ha portato le istanze dell’associazione che riunisce le 81 Camere di Commercio Italiane all’Estero (Ccie) operanti in 58 Paesi, nel corso dell’audizione presso la Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati ai fini dell’esame in sede consultiva del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (Pnrr).
Gli interventi prioritari del sistema camerale in Italia e all’estero, in coerenza rispetto a quanto il governo sta attivando nell’ambito del “Patto per l’export”, mirano a incrementare la conoscenza e l’utilizzo delle diverse soluzioni offerte dal digitale a sostegno delle esportazioni italiane, supportando oltre 30.000 imprese ad avviare o sviluppare nuove forme di presenza sui mercati internazionali utilizzando proprio la leva del digitale.
Grazie a un dialogo costante con gli operatori di mercato “le Ccie hanno realizzato servizi, percorsi di formazione e di assistenza in linea con il reale livello di preparazione digitale delle imprese in termini di competenze e processi, rispondendo così in maniera personalizzata alle loro esigenze.
“Le Ccie sono in grado di assistere le aziende, in particolare le micro e Pmi, sul mercato digitale – ha spiegato – fornendo loro una serie di servizi molto importanti che vanno dall’identificazione del target in base allo studio dei trends di mercato nei singoli Paesi e dalla definizione del corretto pricing fino all’assistenza per gli step successivi al lancio digitale, accompagnando l’azienda a monitorare e supportare i risultati che raggiunge on line”.
Le 81 CCIE riunite in Assocamerestero – e che rappresentano i paesi in cui si concentra oggi oltre l’80% dell’interscambio commerciale dell’Italia – contano oltre 160 punti di presenza nel mondo in cui lavorano 500 addetti, con un’azione promozionale articolata su 1.600 attività.
In valore assoluto, nel 2020 il contributo pubblico destinato ai progetti camerali all’estero dell’anno precedente si è attestato sul valore di circa di 7,8 milioni di euro, generando valore aggiunto per circa 47 milioni di euro (intesa come valore complessivo dell’azione di promozione delle Ccie).
“Grazie al lavoro della rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero il cofinanziamento dello Stato è stato un investimento dal forte effetto moltiplicativo – ha puntualizzato – il contributo pubblico ha prodotto un volume di attività di più di cinque volte superiore al suo valore per il tramite del meccanismo di intervento del mercato e delle capacità delle Camere di mobilitare anche risorse di altri paesi e di altre fonti”.
“A questo si aggiunge l’esperienza positiva sviluppata dalla rete camerale estera in relazione al progetto True Italian Taste che ha sottolineato la capacità del sistema delle Ccie, anche attraverso la regia di Assocamerestero, di realizzare iniziative innovative con le risorse del Made in Italy. Pure in ambito Pnrr, andrebbe definita la possibilità di un ricorso strutturale alle Ccie, anche nella realizzazione di iniziative integrate con l’Agenzia ICE”, ha concluso Mauriello.