I recenti cyber-attacchi a decine di banche americane sono stati “un avvertimento” ma, se non si prenderanno le necessarie misure, gli Usa rischiano di subire un assalto informatico “equivalente a quello dell’11 settembre 2001 contro il World Trade Center di New York”.
A dirlo è un big dell’intelligence statunitense, John Michael “Mike” McConnell, direttore della National Security Agency dal 1992 al 1996 sotto l’amministrazione Clinton, poi alla guida del United States Director of National Intelligence dal 2007 al 2009 con Bush e per una settimana sotto l’amministrazione Obama.
McConnell ha ricordato gli attacchi compiuti di recente dai pirati informatici contro una decina di grandi istituti bancari Usa tra cui Wells Fargo, JPMorgan Chase e Bank of America, così come un precedente assalto alla Saudi Aramco che ha provocato la cancellazione dei dati nei due terzi dei personal computer della compagnia petrolifera saudita.
“Abbiamo avuto il nostro avvertimento di un futuro 11 settembre” ha detto al “Financial Times” McConnell, oggi vice presidente della società di consulenza Booz Allen Hamilton. “Cosa facciamo, stiamo aspettando che accada la versione cyber del crollo delle due Torri?” si è chiesto.
L’esperto ha ipotizzato che un Paese come l’Iran potrebbe allearsi con criminali russi o hackers cinesi per colpire le banche, la rete energetica e tutti i computer che controllano il routing e la biglietteria di aerei e treni.
“Improvvisamente – ha teorizzato McConnell – l’energia non c’è, non si può accedere ai propri depositi bancari, non si può uscire dalla città, non si può andare online e il sistema bancario comincia a non essere più affidabile. Sarebbe una Pearl Harbour in versione cyber e potrebbe essere realtà”.
L’ex direttore della National Intelligence ha ammesso di non sapere chi sarebbe in grado sferrare un assalto così devastante, ma a suo dire “è solo questione di tempo perché questi strumenti sofisticati cadano nelle mani sbagliate”.
Dello stesso parere il segretario alla Difesa statunitense, Leon Panetta, che il mese scorso ha descritto il sabotaggio dei pirati informatici all’Aramco come “una significativa escalation delle minacce alla sicurezza” e ha ammesso che gli Usa “sono sempre più vulnerabili agli attacchi di hackers stranier sui computer, attacchi che potrebbero smantellare la rete energetica nazionale, il sistema dei trasporti, i networks finanziari e il governo”.