Silvio Berlusconi esce allo scoperto sulla battaglia legale in corso tra Mediaset e Vivendi su Mediaset premium. L’ex premier sceglie la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa per esprimersi sulla partnership saltata nel campo della Pay tv con la società francese guidata da Vincent Bollorè, e sua parole di amarezza: “L’attacco di Vivendi mi ha sconcertato – dice Berlusconi rispondendo a una domanda di Vespa – Ho sempre considerato il signor Bolloré un imprenditore serio, con il quale pensavo fosse possibile una collaborazione in un mercato, come quello della comunicazione televisiva, nel quale si ragiona in termini di grandi player capaci di operare internazionalmente. Sarebbe convenuto a entrambi i gruppi lavorare insieme: il progetto di un grande polo televisivo europeo aveva e continua ad avere una sua logica industriale assolutamente valida. Non si tratta solo di rispetto delle leggi e dei contratti, che già è un criterio fondamentale. Si tratta anche di rispetto della parola data”.
“Naturalmente – aggiunge Berlusconi – Fininvest ha dovuto difendersi dall’aggressione e reclamare insieme a Mediaset il rispetto dei patti. I miei figli e i nostri manager lo stanno facendo nel modo migliore. La ragione sta dalla nostra parte, e non potrà non esserci riconosciuta. Ma, comunque vada a finire, sul principio secondo cui accordi e contratti non si possono non rispettare non possiamo e non vogliamo transigere”.
Poi un passaggio sul caso Vivendi–Telecom. Alla domanda se l’operatore sia ormai da considerarsi un’azienda francese “Spero proprio di no – ha risposto Berlusconi – Un’azienda così importante deve tutelare gli interessi italiani”. Poi Berlusconi si è detto a favore dell’utilizzo del golden power, “anche considerato come la Francia si sta comportando contro di noi”, ha sottolineato. “Purtroppo lo sciovinismo ha sempre determinato le mosse dei francesi. Ricorda quando nel 1992 fu fatta fallire La Cinq, la rete televisiva che avevo fondato in Francia nel 1986?”.