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Mediaset-Vivendi, Berlusconi: “Pronti a collaborare sui contenuti”

Il patron del Gruppo televisivo smentisce l’ipotesi di cessione, ma apre alla partnership: “Bolloré interessato a prodotti e format televisivi, disponibili a una collaborazione”

Pubblicato il 21 Mar 2016

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Vivendi è molto interessata all’Italia, io sono amico di Bolloré da anni e lui ha manifestato il suo interesse su alcune cose che facciamo, non assolutamente per Mediaset, ma sulla nostra capacità di fare prodotti per la tv, format, programmi e anche su quella attività di fornitura al pubblico di portafoglio di film molto vasto e anche di altri spettacoli”.

Silvio Berlusconi apre a una collaborazione di Mediaset con la media company francese, ma nega la possibilità che il Gruppo di Cologno Monzese possa finire in mano francese. L’ex Cavaliere, intervendo a Rtl 102.5, ammette infatti l’interesse della compagnia guidata da Vincent Bolloré per i format Tv della compagnia italiana, smentendo però l’esistenza di un piano avanzato, in tandem con l’imprenditore bretone, per una fusione tra i due gruppi dei media.

La collaborazione tra le due compagnie dovrebbe focalizzarsi sull’on demand, il segmento del mercato televisivo che offre le migliori prospettive. Un ambito rispetto al quale vista la forza di Netflix, stimata in crescita nei mercati dove opera, Italia compresa, e di Sky può convenire unire le forze e creare sinergie commerciali. Tuttavia, i colloqui tra Mediaset e la media company francese sono ancora in una fase intelocutoria, pur essendoci tutte le condizioni per creare una partnership di lungo corso.

Vivendi, spiega Berlusconi, “ha visione per il futuro europeo” ed è “possibile che si trovino possibilità di collaborazione”. Ma da qui a parlare di fusione ce ne passa. Smentite di rito o meno, l’ex presidente del Consiglio si dice comunque “non così informato, perché si interessano di questa cosa mio figlio Pier Silvio e il dottor Confalonieri, presidente di Mediaset e i loro dirigenti”.

A rilanciare l’ipotesi di una fusione è oggi la Repubblica, che cita fonti attendibili e spiega che la famiglia Berlusconi e i vertici del socio forte di Telecom Italia avrebbero già raggiunto un accordo di massima. Secondo il quotidiano sarebbe pronto uno scambio di azioni che prevederebbe, da un lato, la gestione da parte di Canal Plus dei canali di Mediaset Premium, di cui Vivendi sta cercando di acquisire l’89% del capitale, e dall’altro, la co-produzione di contenuti per una nuova piattaforma Over the top in grado di fare concorrenza a Netflix.

Lo scambio azionario tra Mediaset e Vivendi sarebbe il preludio di un’acquisizione che naturalmente porterebbe ad un giro di poltrone all’interno del team manager, dove dovrebbero entrare manager di fiducia del Gruppo transalpino. Mettere le mani sull’intero Gruppo Mediaset e non solo su Mediaset Premium, su cui pesano i 710 milioni in 3 anni sborsati per i diritti della Champions League e una crescita degli abbonamenti che non è decollata come speravano a Cologno Monzese, significherebbe per Bolloré e soci entrare anche nel mercato della Tv in chiaro, dove Mediaset detiene il 57% della raccolta pubblicitaria.

Secondo fonti finanziarie interpellate dall’Adnkronos sul tavolo ci sarebbe “una intesa che non è commerciale ma strategica, orientata al futuro” e si sta discutendo “di un’alleanza su un piano paritetico dal momento che gli azionisti su molti terreni hanno riscontrato delle convergenze”. Se l’alleanza si farà, sostengono le stesse fonti, potrà “prevedere uno scambio azionario ma con quote minime, per sancire la fiducia e l’impegno reciproci”.

A Piazza Affari il titolo Mediaset ha chiuso in calo dello 0,8% a 3,74 euro. Dopo una partenza nettamente positiva sulle ipotesi di un interesse stringente da parte di Vivendi, il valore delle azioni del Gruppo di Cologno Monzese ha ripiegato fino a essere brevemente sospeso in asta di liquidità, per poi riportarsi sugli stessi livelli di quotazione di venerdì scorso. Tranquilla a Parigi anche Vivendi, che ha chiuso anch’essa in negativo dello 0,8% a 18,76 euro.

I rumors sul progetto europeo di Bolloré, che punterebbe alla creazione di un’alleanza fra compagnie operanti in diversi paesi e che avrebbe già messo il dossier nelle mani di Tarak Ben Ammar, membro del consiglio di sorveglianza di Vivendi e consigliere di amministrazione di Telecom Italia, continuano dunque a rincorrersi. Berlusconi smentisce, Bolloré per ora tace, Netflix e Sky osservano interessate. Il risiko europeo del mercato televisivo potrebbe essere già iniziato.

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