Un pacchetto di app in grado di sostituire progressivamente i “vademecum” e i manualetti che tutti, da sempre, siamo abituati a vedere sulle scrivanie dei medici o nelle tasche dei loro camici, e anche – finalmente – il primo trattato organico, curato da un team multidisciplinare coordinato dal Presidente della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica (Sit), che analizza in modo strutturato tutti i temi e le questioni ancora aperte legate alla cosiddetta “Sanità digitale”.
Realizzate con il contributo incondizionato di Mediolanum Farmaceutici, “Laborsadelmedico” – questo il nome delle app – e “App medicali nella borsa del medico” – titolo del libro curato dal professor Gianfranco Gensini, in collaborazione con il professor Velio Macellari e la dottoressa Ornella Fouillouze – sono stati presentati oggi nella Sala Nassirya del Senato della Repubblica.
“Laborsadelmedico – spiega il professor Gensini, Presidente della Sit – rappresenta il primo frutto dello sforzo, devo dire ambizioso, di raccogliere in un unico pacchetto di app gli strumenti necessari per far fronte a tutti i problemi della pratica clinica quotidiana, dal calcolo di punteggi o di dosaggi alla decisione dell’approccio terapeutico da seguire, ad esempio, in caso di affezioni per cui esistono opzioni diverse o importanti elementi amministrativi di cui tener conto, come le note dell’Aifa. Queste app, inoltre, potranno tornare utili al medico anche per affrontare problemi infrequenti, che si incontrano di rado nella clinica, e le cui soluzioni possono esser rammentate o chiarificate con qualche rapido ‘tap’”.
“Lo smartphone è ormai uno strumento quasi onnipresente nelle attività quotidiane, e con la convergenza dei diversi canali di comunicazione lo sarà ancora di più in futuro. Mi sembra quindi un esempio di lungimiranza aver sfruttato questa piattaforma per facilitare il lavoro del medico e per promuovere l’aderenza del paziente alle prescrizioni del curante: queste app sono ausili che tutti possono avere con sé in qualsiasi momento e questo è un vantaggio fondamentale” – dice il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
Sempre più complete ed efficaci, le app medicali si inseriscono nel paradigma di assistenza sociosanitaria denominato dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità “mobile health” o “mHealth”: un settore in rapida evoluzione, che ha le potenzialità di modificare drasticamente il sistema di erogazione dei servizi sanitari. Queste app sono talvolta così performanti da essere del tutto equiparate a dispositivi medici, ma allora come tali vanno trattate: devono essere identificate secondo le classi di rischio previste dalle Direttive europee e corrispondentemente sottoposte ai corretti processi di certificazione.
È importante, poi, tener conto dei problemi di privacy che il loro uso comporta secondo la normativa europea, tra l’altro perché i dati sensibili utilizzati su queste piattaforme vengono spesso immagazzinati in un cloud. Queste app, inoltre, possono rivelarsi un mezzo di formazione formidabile per i diversi operatori della salute. In più, risiedendo su smartphone o tablet che devono esser connessi alla rete informatica dell’azienda sanitaria, le app medicali impongono di rendere più sicuri, con appositi software, i dispositivi mobili, per loro natura molto vulnerabili. Anche l’azienda sanitaria, infine, dovrà adottare idonee politiche gestionali per mantenere alto nel tempo il livello di security della sua rete. Oltre a tutto ciò, l’introduzione delle app medicali e della mHealth nel sistema socio-sanitario sarà difficoltosa e poco efficiente se contemporaneamente non si provvederà a innovare il sistema stesso: un compito che grava per lo più sulle istituzioni centrali, che dovrebbero elaborare strategie per governare il fenomeno mHealth non tanto come una tendenza spontanea del mercato, ma come una grande opportunità per rendere il sistema socio-sanitario più sostenibile ed efficace.Tutte queste questioni – prospettive, sfide e opportunità – sollevate dalla mobile health, sono affrontate per la prima volta in modo organico nel manuale “app medicali nella borsa del medico – quando le app per la salute sono dispositivi medici”.
“Il volume – spiega ancora Gensini – nasce da un’idea condivisa con Velio Macellari e Ornella Fouillouze. Attraverso circa quindici contributi, da parte dei professionisti più riconosciuti nelle diverse discipline – dal settore biomedicale all’informatica, fino alla ricerca e alla clinica – offre una visione approfondita, ma al contempo pragmatica e operativa, sul mondo delle app, sulle sue dinamiche e sulle sue potenzialità. Come Presidente della Società Italiana di Telemedicina e Sanità Elettronica, sono lieto che, grazie al supporto incondizionato di Mediolanum Farmaceutici, sia stato possibile offrire ai colleghi interessati una prima trattazione organica di questo campo, che certamente è fra quelli in più rapida evoluzione nella pratica medica”.
“Siamo orgogliosi di aver affiancato il Ministero della Salute, la Sit e la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani nell’impegno di far leva sulle tecnologie digitali per rendere più efficiente e più efficace il sistema sanitario – dichiara Alessandro Del Bono, Amministratore Delegato di Mediolanum Farmaceutici –. Se gli errori medici, la medicina difensiva e la mancata aderenza alle terapie sono fra i principali ostacoli, e anche i più impattanti dal punto di vista economico e della qualità di vita, che incombono sul percorso di cura dei pazienti, oggi la mobile health ci mette a disposizione ausili preziosi per ridurre il campo dell’alea ed espandere il territorio sicuro della certezza scientifica, della misurabilità e della rispondenza delle terapie alle normative, alle linee guida e alle note delle autorità regolatorie. Con queste iniziative, quindi, vogliamo fare la nostra parte nel realizzare la principale promessa della ‘sanità digitale’: rifondare, attraverso la semplicità d’uso e la prossimità garantita dalla tecnologia mobile, quell’alleanza terapeutica, fra medico e paziente, che i vincoli economici e la medicina ‘fai da te’, alimentata dal web, rischiano di minare”.