Le più smart, le più agili sul fronte innovazione, quelle i cui dipendenti mostrano maggiore spinta tecnologica. Sono le medie aziende, “motore di crescita” e punte di eccellenza nella digitalizzazione secondo “The Hidden Middle”, report di Aruba (Hewlett Packard Enterprise) che analizza lo stato dell’arte su digitale e workplace della fascia di imprese “meno alla ribalta del tessuto industriale, ma che contribuiscono con oltre 1 trilione di euro all’economia europea”. Ma per ottimizzare il valore degli investimenti effettuati non devono rallentare la corsa: servono alte competenze e capacità di gestione della sicurezza.
“Anche se spesso trascurate nei dibattiti sulla trasformazione digitale, dove il focus è centrato su grandi e piccole imprese – dice Morten Illum, VP of EMEA di Aruba – sono proprio le medie aziende ad avere il personale che dimostra l’agilità e la volontà necessarie per sfruttare meglio la tecnologia e capire le opportunità che essa veicola. Il segreto è permettere di farlo”.
Sono quasi due terzi (63%), dice il rapporto, i dipendenti di aziende di medie dimensioni che valutano buona la “scelta di tecnologia, applicazioni e supporto IT” delle rispettive organizzazioni, contro il 53% dei dipendenti delle aziende di più grandi dimensioni. Le medie imprese sono davanti alla concorrenza anche nell’impiego di tecnologie audiovisive avanzate (come gli altoparlanti ad attivazione vocale), messe a disposizione mediamente dal 27% di aziende di medie dimensioni contro il 16% di quelle più piccole e il 22% di quelle più grandi.
Forte enfasi sul cloud: per un quarto (24%) del personale di medie imprese negli ultimi 12 mesi le rispettive aziende hanno investito a favore di software per cloud storage, contro il 17% delle grandi realtà. Le medie aziende sembrano inoltre assegnare priorità al software per la cybersecurity: nell’ultimo anno gli investimenti in quest’area sono stati riportati dal 39% degli intervistati, contro il 31% delle grandi imprese.
Giudizio positivo dell’ambiente di lavoro: alla luce dell’impegno a favore delle nuove tecnologie, chi lavora all’interno delle medie aziende è significativamente più portato (66%) a valutare come buono o molto buono il proprio “ambiente di lavoro” rispetto ai colleghi delle aziende più grandi (57%). Le imprese di queste dimensioni sono anche maggiormente pronte quando si tratta di offrire flessibilità ai dipendenti affinché possano utilizzare i loro dispositivi personali sul lavoro, cosa che viene consentita al 72% dei dipendenti delle medie aziende contro solamente il 53% di coloro che lavorano nelle organizzazioni più grandi.
Ma è alta la richiesta di una gestione più solida per seguire gli investimenti tecnologici: più di tre quarti (77%) di coloro che lavorano nelle aziende di medie dimensioni si dichiarano d’accordo o fortemente d’accordo sul fatto che “se non gestita correttamente, l’introduzione di nuova tecnologia potrebbe danneggiare il morale dei dipendenti”; mentre il 78% concorda che “la gestione e il controllo dei dispositivi connessi da parte della mia organizzazione potrebbero essere migliorati”.
Ancora, sul fronte cybersecurity il 74% di dipendenti ammettono di aver tenuto durante lo scorso anno comportamenti rischiosi con i dati aziendali. Meno della metà (48%) considera la sicurezza come responsabilità di “ogni dipendente”, rispetto ai due terzi di coloro che lavorano per le organizzazioni più grandi (66%).
“Il successo del digital workplace dipende dall’implementazione della tecnologia – conclude Illum di Aruba – e ciò riguarda tanto la user experience quanto l’infrastruttura tecnica. Affinché le medie imprese possano concretizzare tutto il valore dei loro investimenti ed eliminare i rischi, i loro leader devono assicurarsi che al personale vengano fornite la formazione e l’assistenza che occorrono per un impiego dei nuovi strumenti tanto produttivo quanto sicuro”.