Da software house a service company. È questa la trasformazione che stanno affrontando le società in house italiane, stando a quanto emerge dal Rapporto Assinter 2015 elaborato dalla School of management del Politecnico di Milano e dalla Sda Bocconi e presentato oggi a Roma in occasione del summit Euritas 2015.
Le società pubbliche stanno diventando sempre più consulenti strategici, aperti al mercato e orientati al cilente. Entrando nel dettaglio, lo studio spiega che questo passaggio dipende molto dal ruolo assegnato dall’ente pubblico di riferimento. In questo senso il 28% delle aziende gode già di una forte delega dal punto di vista strategico e operativo: ed è in questi casi che stanno evolvendo verso un ruolo di partner di innovazione. L’obiettivo è quello di dare una risposta completa e robusta alle esigenze dell’ente, ottimizzando l’uso delle risorse economiche, umane e tecnologiche.
Nelle in house si rileva una crescita dell’outsourcing, negli ultimi tre anni che passa da una quita relativa del 46% al 54%, guadagnando l’8% del budget complessivo. 2Adimostrano della ulteriore conferma dell’apertura verso il mercato”, spiegano Mariano Corso (Polimi) e Paolo Pasini (Sda Bocconi).
Sul fronte del rapporto col cliente, lo studio rileva una maggiore sofisticazione della relazione che si sostanzia nelle crescente tendenza delle in house a utilizzare il catalogo dei servizi come strumento per comunicare e valutare le prestazioni e la soddisfazione del cliente. Un’altra evidenza sta nelle crescente attenzione alla misura degli indicatori volti a cogliere il legame tra attività e processi di business chiave: le società che lo fanno sono il 50% del totale. In questo senso la customer satisfaction è diventa centrale nello svolgimento delle attività.
Per quanto riguarda il portafoglio di attività – piuttosto eterogeneo tra le società – il rapporto evidenzia che mediamente solo il 33% della spesa è legata a reti e Tlc mentre quasi il 60% serve a gestire al meglio le risorse e la governace IT nonché gestire e sviluppare servizi applicativi pei i clienti. La maggior parte della spesa è dedicata infatti allo sviluppo e gestione del portafoglio applicativo (51%). Per portare a compimento la nuova trasformazione le in house devono però superare i modello tradizionali e adottarne di maggiormente snelli, flessibli e aperti.
La direzione intrapresa – precisa il rapporto – delle società è coerente con un nuovo assetto organizzativo, con un nucleo operativo che, pur mantenendo una presenza consistente (52%), mostra trend di diminuzione (-5% in tre anni) importante a fronte di una sensibile crescita di ruoli dedicati al presidio dei clienti.
La trasformazione in atto riguarda anche le competenze che stanno evolvendo da skills di tipo squisitamente tecnologico a quelle gestionali di demand management e change management.