IL VERTICE

Mercati digitali, piattaforma comune G7: “Antitrust non ostacoli concorrenza”

Common Understanding dal summit di Chantilly voluto dal governo francese: “Serve che le authority aggiornino costantemente i propri strumenti, ma va preservata la competizione”

Pubblicato il 22 Lug 2019

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Costante vigilanza da parte delle authority antitrust sui mercati digitali. Ma attenzione a non creare leggi che risultino “ostacoli ingiustificati” alla concorrenza.

E’ il senso del documento condiviso dalle autorità di concorrenza dei Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) e la Commissione Europea presentato nel corso dell’incontro che si è concluso a  Chantilly.

Un vertice che si è svolto in un momento particolarmente “caldo” sul fronte concorrenza, con la “guerra fredda” in corso fra Usa e Cina, l’apertura da parte dell’Ue di un caso antitrust contro Amazon, possibili multe per Qualcomm e la necessità, avvertita dall’Europa, di concordare un sistema di tassazione digitale.

La posizione comune è il risultato di un confronto tra autorità di concorrenza del G7, avviato su iniziativa della Presidenza francese del G7 2019 e coordinato dall’autorità di concorrenza francese. L’Autorità italiana della Concorrenza e del Mercato ha accolto con favore l’iniziativa e partecipato ai lavori contribuendo alla stesura della posizione comune.

In particolare il Common Understanding delinea la strategia delle autorità antitrust G7 sul ruolo della concorrenza nell’economia digitale, secondo quattro idee principali: “I mercati competitivi sono fondamentali per il buon funzionamento dell’economia” e molti dei benefici dell’economia digitale “sono meglio realizzabili se i mercati digitali si mantengono competitivi”; a tal fine “una corretta applicazione della legge sulla concorrenza continuerà a svolgere un ruolo importante nel salvaguardare la fiducia nei mercati digitali e assicurare che l’economia digitale continui a produrre dinamismo economico, mercati competitivi, benefici per i consumatori e incentivi all’innovazione”.

“Il diritto della concorrenza è flessibile” e adatto allo scopo di tutelare la concorrenza anche nell’era digitale richiedendo, tuttavia, anche un continuo sforzo di aggiornamento da parte delle autorità di concorrenza; se da un lato “i recenti casi dimostrano che il diritto della concorrenza è in generale in grado di fornire alle autorità di concorrenza gli strumenti e la flessibilità necessari per fronteggiare comportamenti anticoncorrenziali nell’economia digitale”, è tuttavia importante che le autorità di concorrenza abbiano “gli strumenti e i mezzi per approfondire la conoscenza dei nuovi modelli di business e del loro impatto sulla concorrenza”.

Poiché “anche le normative possono danneggiare la concorrenza aumentando i costi d’ingresso e consolidando la posizione degli incumbent”, nella posizione comune viene osservato che “i governi dovrebbero valutare se leggi e regolamenti in vigore o da adottare pongono ostacoli ingiustificati alla concorrenza nei mercati digitali” e che “condividere la conoscenza dell’autorità di concorrenza con il governo favorisce la promozione di un’economia digitale competitiva”.

“Data la natura transfrontaliera dell’economia digitale, è importante promuovere una maggiore cooperazione e convergenza internazionale nell’applicazione delle normative a tutela della concorrenza”; inoltre, “la cooperazione internazionale contribuisce a promuovere una cornice di riferimento coerente, il che è anche nell’interesse delle imprese”.

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