Garantire certezza e proporzionalità nelle nuove regole. Concentrare le normative sui servizi di hosting, diffusione, condivisione o rimozione di contenuti “con un vasto pubblico”. Garantire le “libertà” su Internet. Dare vita ad un elenco di pratiche commerciali vietate e mettere a punto norme per la supervisione. Queste le principali raccomandazioni che Gsma ed Etno hanno messo nero su bianco in un paper congiunto (scarica qui il documento integrale) alla vigilia della chiusura della consultazione sul Digital Services Act, il “pacchetto” della Commissione europea per innovare le regole applicabili alle aziende che forniscono servizi digitali all’interno dell’Unione europea.
“L’adozione della tecnologia digitale consente di affrontare alcuni delle più grandi sfide dei nostri tempi: cambiamento climatico, inclusione, crescita socioeconomica – solo per citarne alcune. Tuttavia, il progresso avverrà solo se il digitale sarà portato avanti uno scopo che va oltre la semplice pubblicazione per categorie ristrette come “utenti” o “consumatori” – si legge nell’introduzione del paper di Gsma e Etno – La tecnologia digitale deve servire i cittadini. Per questo motivo, crediamo che gli sforzi della Commissione per dare forma al Digital Services Act ha il potenziale per essere uno dei più pertinenti esercizi di politica tecnologica della nostra generazione. Non solo sarà rilevante per milioni di europei ma ha anche il potenziale per ispirare un nuovo approccio globale ai mercati digitali”.
Il Dsa affronta due aspetti fondamentali: da un un lato deve affrontare l’equilibrio tra la garanzia delle libertà fondamentali e la prevenzione dell’illegalità e di attività socialmente pericolose; dall’altro bisognerà valutare gli effetti di un eccessivo potere di mercato nello spazio digitale e delle concentrazioni che possono rappresentare uno svantaggio per le aziende europee.
L’imposizione, la supervisione e l’applicazione delle nuove regole dovrebbero essere gestite a livello Ue poiché operano grandi piattaforme online ed ecosistemi globali e le preoccupazioni per la concorrenza che sorgono nei mercati digitali hanno un’importante dimensione transfrontaliera. Considerando poi che gli effetti delle condotte abusive delle piattaforme possono differire fra gli Stati membri o emergono solo in un unico Stato il coordinamento con e tra le autorità nazionali competenti rimane fondamentale”, sottolineano le due associazioni.
Secondo Gsma ed Etno dovrebbe esserci un organismo dell’UE dotato di risorse adeguate che diventi responsabile del monitoraggio dei mercati e si occupi dell’applicazione di regole specifiche per il digitale. “Questo organismo dovrebbe essere avere adeguati poteri di indagine, nonché di supervisione e monitoraggio affinché siano disponibili informazioni rilevanti per le dinamiche competitive degli ecosistemi digitali”. L’organo dell’UE dovrebbe inoltre coordinare e supportare le autorità nazionali e agevolare le attività di cooperazione transfrontaliera per garantire un’attuazione armonizzata delle regole.