I ricavi del mercato tv smetteranno di scendere nel 2015. A dirlo l’ultimo rapporto ItMedia consulting che prende in considerazione il periodo 2014-2016 E secondo il quale il nuovo anno farà registrare ricavi pari a 7,8 miliardi a fronte deli 7,6 del 2014; nel 2016 si sfioreranno gli 8 miliardi con. Nel periodo 2014-2016 il tasso annuo di crescita sarà del 2,4%.
La pubblicità, che nel 2014, ha risentito ancora della difficile congiuntura economica e si riprenderà a partire dal secondo semestre 2015, registrando nel periodo un aumento medio del 2,3%, grazie anche alla componente online broadband. Una ripresa che la riporterà di nuovo a competere con la pay-Tv come risorsa primaria del mercato, con il 39% del totale.
Dall’altra parte, il segmento della pay-Tv, nonostante il calo previsto nella componente Dth, crescerà a un tasso medio annuo nel periodo considerato di 1,6%, grazie all’impulso proveniente dalla piattaforma Dtt e dallo sviluppo dei servizi di Bbtv.
Per quanto riguarda i player nel 2014 Mediaset, Rai e Sky Italia si sono spartiscono il 94% del totale mercato. Pur mantenendo quote simili, cumulativamente scendono leggermente a fine 2016, al 93%
Sky Italia si conferma il principale attore, con il 36% circa del totale nel 2014 e il 33% nel 2016, anche se è l’operatore che subisce le maggiori perdite. Rai si mantiene pressoché stabile con circa il 29% di quota di mercato, mentre Mediaset conquista un punto percentuale, superando Rai come secondo operatore, attestandosi attorno al 30%. Anche gli Altri Operatori crescono nel periodo considerato, arrivando a detenere una percentuale pari al 7% del mercato a fine 2016.
Rispetto all’andamento generale , a partire dal secondo semestre 2015, escludendo Rai che recupera l’importo sottrattogli con il dl Irpef nel 2014, Mediaset è l’operatore che cresce più dei concorrenti, non tanto per la ripresa della pubblicità, dove detiene storicamente la quota più consistente, quanto soprattutto per la crescita nel segmento pay-TV. Ciò è dovuto alla maggiore consistenza di alcuni contenuti in esclusiva (diritti calcio della Champions League, vedi appendice), a scapito di Sky Italia che si colloca al di sotto della media mercato.
Relativamente agli altri operatori, la loro crescita è superiore al 10%, confermando un trend manifestatosi anche negli anni precedenti. L’ottima performance è sostenuta, per quanto riguarda la componente pubblicitaria, dai canali tematici, mentre dalle offerte broadband per la parte pay.
Nella pubblicità si prevede che nel periodo considerato Mediaset perderà l’1%, di quota di mercato, scendendo al 54% del totale. Rai a sua volta, pur confermandosi come il secondo player nazionale, si attesterà al 21%. Sky si manterrà pressoché stabile, con una quota attorno al 9%. Gli altri operatori trarranno maggiore vantaggio dalla congiuntura, raggiungendo il 16% del totale delle risorse pubblicitarie.
Nella pay-Tv Sky Italia rimarrà ampiamente primo operatore, ma perderà 6 punti percentuali a favore dei concorrenti. In misura maggiore a vantaggio di Mediaset, che raggiungerà il 24% dal 18% attuale, e in parte a favore degli Altri Operatori, con il 2% del mercato (rispetto all’1% attuale).