LA ROADMAP

Mercato unico digitale, dal Consiglio Ue via libera alle proposte su Dma e Dsa

Vicina l’approvazione del mandato negoziale da parte dei ministri per il Digital markets act e il Digital services act. Le nuove regole europee per uno spazio “equo, innovativo e aperto” puntano a tutelare consumatori e imprese contro il “rischio gatekeeper”

Pubblicato il 17 Nov 2021

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 Il Digital markets Act (Dma) e il Digital services act (Dsa) sono in dirittura d’arrivo: il Consiglio dei ministri dell’Ue – le delegazioni dei 27 Stati membri più i gruppi di lavoro dedicati – sono riusciti a raggiungere un accordo sulle due proposte di regolamento per il mercato e i servizi digitali in Europa approvate dalla Commissione alla fine dello scorso anno.

Gli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue, riuniti nel Coreper, hanno già confermato il testo concordato sul Dma ed è atteso a breve il via libera al testo sul Dsa. Dopo quest’ultimo passaggio la presidente slovena del Consiglio Ue dovrebbe portare i due fascicoli all’esame del Consiglio Ue Competività della prossima settimana, per l’approvazione del mandato negoziale da parte dei ministri Ue.

Riguardo al Digital markets act gli ambasciatori dei 27 Stati membri hanno dato l’ok ad una proposta di compromesso che non dovrebbe presentare cambiamenti rispetto a quanto anticipato a ottobre.

Il decennio digitale dell’Europa

Il Digital services act (Dsa) e il Digital market act (Dma) fanno parte della proposta di riforma dello spazio digitale dell’Europa partita da Bruxelles.

Le nuove norme puntano a proteggere in modo più efficace i consumatori e i loro diritti fondamentali online e renderanno i mercati digitali più equi e più aperti per tutti. Un corpus normativo per tutto il mercato unico promuoverà l’innovazione, la crescita e la competitività e fornirà agli utenti servizi online nuovi, migliori e affidabili.

Sosterrà inoltre l’espansione delle piattaforme più piccole, delle piccole e medie imprese e delle start-up, fornendo loro un facile accesso a clienti in tutto il mercato unico, riducendo nel contempo i costi di conformità. Le nuove norme vieteranno anche l’imposizione di condizioni inique da parte delle piattaforme online che fungono, o si prevede fungeranno, da controllori dell’accesso al mercato unico. Le due proposte sono al centro dell’ambizioso obiettivo della Commissione di fare di questo decennio il “decennio digitale” dell’Europa.

Focus sui gatekeeper del mercato

I gatekeeper del web (i controllori dell’accesso al mercato) sono una delle preoccupazioni che il pacchetto normativo cerca di affrontare per preservare la concorrenza e l’apertura ai player piccoli. Il Dma affronta le conseguenze negative derivanti da determinati comportamenti delle piattaforme che hanno assunto il ruolo di controllori dell’accesso al mercato digitale, ha evidenziato la Commissione Ue.

Si tratta di piattaforme “che hanno un impatto significativo sul mercato interno, fungono da importante punto di accesso attraverso il quale gli utenti commerciali raggiungono i consumatori e godono, o potranno presumibilmente godere, di una posizione consolidata e duratura, che può conferire loro il potere di agire come legislatori privati e di costituire una strozzatura tra le aziende e i consumatori”.

Digital markets act, un argine alle Big tech

Concretamente, la legge sui mercati digitali:

  • si applicherà solo ai principali fornitori dei servizi di piattaforme di base più inclini a ricorrere a pratiche sleali, come i motori di ricerca, i social network o i servizi di intermediazione online, che soddisfano i criteri legislativi oggettivi per essere designati come controllori dell’accesso;
  • fisserà soglie quantitative come base per individuare controllori dell’accesso presunti. La Commissione avrà inoltre la facoltà di designare imprese che fungano da controllori dell’accesso, a seguito di un’indagine di mercato;
  • vieterà una serie di pratiche chiaramente sleali, come impedire agli utenti di disinstallare software o applicazioni preinstallati;
  • imporrà ai controllori dell’accesso di predisporre in modo proattivo determinate misure, ad esempio misure mirate che consentano al software di terzi di funzionare correttamente e di interoperare con i loro servizi;
  • prevederà sanzioni in caso di inadempienza, che potrebbero comprendere ammende fino al 10% del fatturato mondiale del controllore dell’accesso, al fine di garantire l’efficacia delle nuove norme. In caso di recidiva, queste sanzioni possono prevedere anche l’obbligo di adottare misure strutturali, fino all’eventuale cessione di determinate attività nei casi in cui non siano disponibili altre misure alternative altrettanto efficaci per garantire il rispetto delle norme;
  • consentirà alla Commissione di svolgere indagini di mercato mirate per valutare se a tali norme debbano essere aggiunte nuove pratiche e nuovi servizi dei controllori dell’accesso al fine di garantire che le nuove norme relative ai controllori dell’accesso tengano il passo con la rapida evoluzione dei mercati digitali.

Europa digitale, la Commissione apre l’invio di proposte: si parte con i poli dell’innovazione

Separatamente la Commissione europea ha annunciato la prima serie di inviti a presentare proposte nell’ambito del programma Europa digitale, che stanzia 7,6 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 e per il quale sono appena stati adottati i programmi di lavoro. Gli inviti sono aperti alle imprese, alle organizzazioni e alle amministrazioni pubbliche degli Stati membri dell’UE, nonché ai soggetti di altri paesi associati al programma Europa digitale.

Fino alla fine del 2022 le sovvenzioni saranno destinate a un investimento di oltre 415 milioni di euro nei settori delle infrastrutture cloud to edge, degli spazi di dati, dell’intelligenza artificiale, delle infrastrutture di comunicazione quantistica, dello sviluppo delle competenze digitali e dei progetti che promuovono un internet più sicuro, lottano contro gli abusi sessuali sui minori e la disinformazione.

Inoltre, sempre fino alla fine del 2022, 43 milioni di euro in sovvenzioni saranno destinati a sostenere la cibersicurezza nel settore sanitario e a creare una rete di centri nazionali di coordinamento per aiutare gli Stati membri ad attuare la legislazione dell’UE in materia di cibersicurezza.

Il primo invito a presentare proposte riguarda anche la creazione e l’attuazione della rete dei poli europei dell’innovazione digitale. Tali poli sosterranno le imprese private, comprese le Pmi e le start-up, e il settore pubblico nella trasformazione digitale.

Ulteriori inviti saranno pubblicati all’inizio del 2022.

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