M-PAYMENT

Meregalli: “I wallet devono slegarsi dai device”

Il general manager di PayPal Italia: “Per spingere le smart city tutti i servizi al cittadino devono essere a portata di app”

Pubblicato il 20 Nov 2014

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Il futuro dei pagamenti è mobile. Si vede dagli sforzi delle banche e delle società che emettono carte di credito, si capisce dal desiderio delle telco di essere protagoniste attive della rivoluzione e si percepisce dall’ondata di novità in arrivo sul mercato. Confermano questa tendenza le stime del World Payment Report di Capgemini e Royal Bank of Scotland, secondo cui i pagamenti mobili nel 2015 registreranno un +60,8% contro il -15,9% delle “classiche” transazioni elettroniche.
I giganti degli e-payment sono costretti a pensare nuove strategie con al centro l’universo mobile. Anche PayPal, “pioniera” del settore con oltre 157 milioni di conti attivi al mondo, ha deciso di sposare la filosofia dei pagamenti di prossimità. Prima con un’app specifica per smartphone e tablet, poi con alleanze strategiche. “Vogliamo offrire un wallet digitale non più legato ai singoli device”, spiega Angelo Meregalli, General manager di PayPal in Italia, ricordando che “l’esperienza dei pagamenti è importante, ma a fare la differenza sono i servizi”.
A che punto è la svolta mobile di PayPal?
Gli ultimi due anni sono stati molto importanti. I nostri dati di mercato si sono incrementati di quasi 6 punti percentuali e in Italia abbiamo visto un altissimo tasso di adozione delle nostre soluzioni. Gli italiani sono sempre più abili con l’e-commerce e ora anche con il mobile commerce. Per questo abbiamo deciso di dare ai nostri clienti un’esperienza completa. Con l’app PayPal è possibile inviare e ricevere denaro, ma anche effettuare pagamenti in tempo reale. Inoltre in alternativa alla classica e-mail si può associare al conto anche il numero di cellulare per effettuare le transazioni.
Smartphone e tablet sono il nuovo centro della vostra strategia?
Sono una parte importante del mercato che non può essere ignorata, ma non l’unica. Esistono anche l’internet delle cose e la tecnologia indossabile che promette grandi rivoluzioni anche per i pagamenti.
Cosa guiderà il futuro del mobile payment?
Sono due gli aspetti chiave in grado di abilitare davvero i pagamenti mobili: sicurezza e interoperabilità. Sulla prima abbiamo lavorato moltissimo, per esempio per quanto riguarda i rimborsi nei casi di merce non consegnata o di resi per prodotti che non corrispondono a quelli acquistati. L’interoperabilità è un elemento chiave perché permette di acquisire indipendenza dalla tecnologia utilizzata e di mettere in connessione i circuiti di pagamento locali con quelli internazionali.
Avete da poco siglato un accordo con Samsung: è l’inizio di nuove partnership con i produttori?
Il progetto con Samsung prevede che i dispositivi possano essere utilizzati come portafoglio elettronico. Il nostro obiettivo è far sì che questo diventi uno standard comune.
Di che standard si parla?
Insieme ad altri importanti attori del mercato facciamo parte della Fido Alliance, alleanza all’interno della quale abbiamo messo a punto il sistema di riconoscimento online mediante impronte digitali.
Con PayPal Here avete pensato a una soluzione che va incontro alle esigenze dei piccoli esercenti.
Sì, si tratta di una soluzione che permette di accettare carte di pagamento attraverso il cellulare tramite un’app che può essere utilizzata da chi non ha un classico Pos.
Una volta abilitati i pagamenti qual è il passo successivo?
Pagare con uno smartphone significa semplificare i processi e mettere al servizio degli utenti soluzioni mirate. Occorre offrire servizi a valore aggiunto, fattore abilitante per il futuro di quelle che oggi chiamiamo smart city in cui tutti i servizi al cittadino siano a portata di app.
PayPal ha già siglato accordi in questa direzione?
Sì, è già attiva la partnership con Atac, l’azienda di mobilità urbana di Roma che permette di pagare i biglietti con un clic. A Milano abbiamo un accordo con il Comune e l’Atm (l’azienda di trasporti cittadina, ndr) per pagare gli ingressi nell’Area C utilizzando PayPal. Poi siamo già presenti in servizi come Uber o l’app IT Taxi.
Avete aperto anche a nuove forme di pagamento come i bitcoin.
Vogliamo superare il gap della conversione tra le valute che spesso scoraggia gli acquisti. I bitcoin sono un’alternativa ai classici sistemi di pagamento che vale la pena di sperimentare.

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