IL REPORT

Metà del mondo sarà su Internet nel 2017, il boom grazie al mobile

Ma la Broadband Commission dell’Onu avverte: il mondo viaggia a due velocità, i 48 Paesi meno sviluppati sono ancora non connessi. Touré (Itu): “La connettività sia priorità fondamentale dello sviluppo”

Pubblicato il 24 Set 2014

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Il mondo è sempre più online, grazie alle reti e ai device mobili. Più della metà della popolazione globale avrà infatti accesso a Internet entro il 2017 e ciò sarà dovuto al forte traino esercitato dall’adozione della banda larga mobile. Il mobile broadband su smartphone e tablet è oggi la tecnologia che cresce più velocemente di qualunque altra nella storia dell’umanita.

A dirlo è il nuovo report pubblicato dalla United Nations Broadband Commission. A fine 2013 si contavano 2,3 miliardi di persone online e tale cifra, secondo le previsioni, salirà a 2,9 miliardi per la fine del 2014.

La crescita, spiega lo studio, è trainata dall’adozione del mobile broadband, che la Commissione delle Nazioni Unite si aspetta raggiungerà 2,3 miliardi di persone alla fine di quest’anno e 7,6 miliardi di persone nel giro dei prossimi cinque.

Settantasette nazioni registrano già un’accesso a Internet che supera il 50% della popolazione. Nella top 10 figurano quasi solo Paesi europei e al primo posto si colloca l’Islanda, con una penetrazione del 96,5%. Dal lato opposto, ci sono i Paesi dell’Africa sub-Saharaniana, tra cui l’Eritrea fa peggio di tutti: qui solo lo 0,9% della popolazione accede a Internet. La Corea del Sud continua ad avere la più alta penetrazione della banda larga nelle famiglie, con oltre il 98% delle abitazioni raggiunte, mentre Monaco supera la numero uno dello scorso anno, la Svizzera, come leader mondiale nella penetrazione della banda larga fissa, che raggiunge più del 44% dei cittadini.

“L’adozione della banda larga sta accelerando, ma è inaccettabile che il 90% delle persone nei 48 Paesi meno sviluppati del mondo resti ancora oggi del tutto priva di connessione alla Rete”, sottolinea il Segretario generale dell‘Itu Hamadoun Touré, che serve anche come co-vice chairman della Broadband Commission delle Nazioni Uniti insieme al direttore generale dell’Unesco Irina Bokova.

“Il broadband Internet è oggi universamente riconosciuto come strumento vitale per lo sviluppo sociale ed economico, perciò dobbiamo rendere la connettività una priorità fondamentale dello sviluppo, particolarmente nelle nazioni più povere del mondo”, aggiunge Touré.

Secondo la Broadband Commission, il numero di Paesi che hanno sviluppato un piano nazionale per la banda larga è salito da 102 nel 2010 – quando la Commissione ha avviato la sua attività – a 140 oggi. Tuttavia, “ci sono ancora troppe persone senza connessione”, ribadisce la Bokova. “Pur continuando a concentrarci sull’infrastruttura e l’accesso, dobbiamo promuovere le giuste competenze e la varietà dei contenuti, per permettere a donne e uomini di tutto il mondo di partecipare attivamente alla costruzione delle società della conoscenza”.

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