Gli amici di Facebook crescono e Meta, spinta anche da un utile oltre le attese, vola a Wall Street. Trimestrale positiva per Twitter che però ritira outlook a seguito della recente acquisizione da parte di Elon Musk.
La trimestrale di Meta
I titoli della società di Mark Zuckerberg arrivano a guadagnare oltre il 12% nelle contrattazioni after-hours con gli investitori rassicurati dai risultati dopo le delusioni di Netflix e Google.
Meta ha chiuso il primo trimestre con ricavi sotto le attese a 27,9 miliardi di dollari ma in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il rialzo però è stato del 6,6%, il più contenuto dalla quotazione a Wall Street dieci anni fa. L’utile netto è sceso a 7,46 miliardi, il 21% in meno rispetto ai 9,49 miliardi del primo trimestre del 2021, ma sopra le attese degli analisti che scommettevano su 7,1 miliardi.
A rassicurare gli investitori sono i dati sugli “amici”: gli utenti giornalieri attivi sono saliti a 1,96 miliardi. Per il secondo trimestre Meta stima ricavi fra i 28 e i 30 miliardi di dollari, leggermente al di sotto dei 30,7 miliardi su cui scommettevano gli analisti. L’andamento del primo trimestre fa tirare un sospiro di sollievo dopo lo spavento di febbraio, quando Meta aveva annunciato un calo dell’utile più pronunciato delle attese, un outlook debole per i ricavi e un calo degli utenti attivi giornalieri. Proprio da febbraio i titoli Meta hanno perso quasi il 44% e il colosso di Zuckerberg ha bruciato quasi 388 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.
“Nel corso di questo trimestre abbiamo fatto progressi in numerose priorità chiave della compagnia e rimaniamo fiduciosi nelle opportunità e nella crescita che saranno sbloccate dalla nostra roadmap sul prodotto nel lungo termine”, ha affermato Mark Zuckerberg.
I conti di Twitter
Trimestrale complessivamente positiva per Twitter che guadagna circa lo 0,8% nel premercato, in un periodo in cui le attenzioni sono sull’accordo per la sua cessione a Elon Musk, che avrebbe intenzione di farla diventare una società privata. Nei primi tre mesi dell’anno, l’utile per azione e’ stato di 61 centesimi, con un utile netto di 513 milioni, su ricavi in rialzo del 16% rispetto a un anno prima a 1,20 miliardi di dollari, contro attese per 1,23 miliardi.
Nel primo trimestre del 2021, aveva registrato un utile netto di 68 milioni e un utile per azione di 8 centesimi. I ricavi dalla pubblicità sono stati pari a 1,11 miliardi di dollari, in rialzo del 23%. Il numero di utenti attivi giornalieri monetizzabili (mDAUs) è stato di 229 milioni, in rialzo del 15,9% rispetto a un anno prima, contro attese per 226,9 milioni. I costi e le spese sono aumentate del 35% a 1,33 miliardi di dollari, con una perdita operativa di 128 milioni e un margine operativo pari a -11%, contro un utile operativo di 52 milioni e un margine operativo del 5% registrato nello stesso trimestre del 2021. Ieri, il titolo ha perso il 2,09%; dall’inizio dell’anno, e’ in rialzo di circa il 12,5%.
Twitter ha cancellato la teleconferenza con i dirigenti e gli analisti del settore che di solito accompagna i suoi risultati, per cui ci saranno poche informazioni aggiuntive sulle attuali condizioni finanziarie della società. “Data l’imminente acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, non forniremo alcuna guida previsionale, e stiamo ritirando tutti gli obiettivi e le prospettive precedentemente forniti”, si legge sul comunicato di presentazione dei risultati.
Intanto il social sta cercando di rassicurare gli inserzionisti pubblicitari: la piattaforma resterà un posto sicuro per i loro marchi dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk.
La corsa a calmare i timori, riporta il Financial Times, segue la messa in guardia dei gruppi che hanno organizzato il boicottaggio pubblicitario di Facebook, secondo i quali con la ‘fissazione’ di Musk per la libertà di parola il rischio è quello di un aumento degli abusi su Twitter.
La società che cinguetta ha scritto alle agenzie pubblicitarie spiegando di restare impegnata ad assicurare che i loro spot non finiscano insieme o vicino a contenuti offensivi.
Intanto Musk alimenta le discussioni in merito all’evoluzione della piattaforma. “I messaggi diretti di Twitter dovrebbero avere una crittografia end-to-end come Signal, così nessuno può spiarli o hackerarli”: scrive in un tweet. Al momento sul social i messaggi diretti, quelli personali scambiati tra due utenti, non hanno questo sistema e quindi possono essere accessibili da chiunque controlli la piattaforma. Il problema della crittografia era stato sollevato nelle scorse ore anche dalla Electronic Frontier Foundation (Eff), una delle principali associazioni no profit Usa per i diritti digitali. La fondazione, inoltre, ha sollecitato Musk a mantenere gli account anonimi e pseudonimi, in quanto garantiscono la libertà di espressione. Usando un nome diverso da quello reale è possibile ad esempio manifestare il proprio dissenso soprattutto nei regimi.