L'INDAGINE

Metaverso, gli italiani ne sanno ben poco. La curiosità fa il paio con le paure, si teme la fuga dalla realtà

Da un sondaggio di Sensemakers emerge che solo il 25% vanta una conoscenza del nuovo fenomeno anche se oltre il 60% si dice interessato a capirne di più, in particolare fra gli utenti giovani. Oltre il 50% crede che non si tratti solo di un ambiente virtuale ma di un vero e proprio universo parallelo

Pubblicato il 30 Mar 2022

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Qual è il livello di conoscenza, percezioni e aspettative sul metaverso? Se lo è chiesto Sensemakers, società di consulenza specializzata nell’analisi dei media e dei comportamenti digitali, che ha rigirato la domanda a un campione rappresentativo della popolazione italiana. Nonostante il diffuso dibattito pubblico e l’interesse delle aziende investitrici, la ricerca evidenzia un quadro in chiaroscuro in cui alle molte potenzialità si associano ampie aree di diffidenza, oltre che un forte grado di polarizzazione delle posizioni rispetto al sesso, all’età e al livello di scolarizzazione.

Il 25% degli italiani dichiara di sapere cosa sia il metaverso, percentuale che arriva al 30% tra gli uomini e scende al 21% tra le donne; sale fino al 37% per i giovani della fascia d’età 18-24 e al 33% per quella 25-34 anni per poi scendere progressivamente sino ad arrivare al 17% per i 55-64enni al 13% per gli over 65. Anche il grado di scolarizzazione incide significativamente sul livello di conoscenza: il 30% di chi possiede un titolo di studio elevato si confronta infatti con il 19% di chi ha una scolarizzazione di base. È interessante notare che il 51% degli intervistati ritiene che il metaverso non sia solamente un ambiente completamente virtuale e digitalizzato ma una realtà parallela in grado di incidere sulla vita reale e in cui poter potenzialmente svolgere le stesse attività della quotidianità.

Forte l’interesse per il nuovo ambiente

Il 62% degli italiani dichiara il proprio interesse per il metaverso, percentuale che sale al 70% per gli uomini, all’80% sui giovani nella fascia d’età 18-24 anni, ma scende al 55% per le donne e ne identifica le maggiori opportunità nella possibilità di realizzare esperienze superando i limiti fisici spazio-temporali della vita reale (socializzazioni a distanza, Always on). La stragrande maggioranza degli intervistati, pari all’80%, ritiene però che anche i principali rischi siano da individuarsi proprio nella possibile “fuga dalla realtà”, immaginando il metaverso come “rifugio virtuale” e possibile “sottrattore” di tempo e di attenzioni della vita quotidiana.

Gli investimenti e le aziende che avranno più successo sul metaverso

Per il 56% degli italiani le aziende faranno bene ad investire sul metaverso (il 22% perché nel metaverso si potranno fare cose impossibili nella vita reale e il 34% perché il metaverso ci semplificherà il lavoro e le relazioni). Il 44% degli intervistati ritiene che le aziende farebbero invece meglio ad investire su cose reali per risolvere problemi veri e tale posizione è espressa dalla maggioranza (51%) delle donne. Secondo gli italiani, con una percentuale del 49% saranno i social network ad avere maggiore successo nel metaverso seguiti dai produttori di device tecnologici (42%) e dalle società di giochi online (41%), mentre risultano più staccate le società che offrono contenuti audiovisivi e quelle che offrono servizi di ecommerce.

È interessante notare che, mentre i giovani ritengono che saranno i social ad avvantaggiarsi maggiormente, per le classi di età più anziane i successi più significativi nel metaverso saranno riscossi dai produttori di device tecnologici.

Gli impatti sulla società e le aspettative

Sono invece piuttosto critiche le valutazioni sugli impatti sociali del metaverso: ben il 43% ritiene che il metaverso aumenterà ulteriormente il potere delle società tecnologiche rispetto alle istituzioni della vita reale (con tale percezione particolarmente pronunciata sui giovani e su coloro che vantano alti livelli di scolarizzazione), mentre secondo il 30% degli intervistati il metaverso amplificherà le diseguaglianze economiche e sociali. Anche in virtù di tali pericoli solo il 14% immagina che il metaverso possa essere un mondo completamente libero senza regole né codici di comportamento con gli unici limiti rappresentati dalla tecnologia. Il 35% ritiene invece che regole e codici di comportamento dovranno essere fissati dalle stesse istituzioni pubbliche della vita reale, il 28% dalle comunità degli utenti e il 23% dalle piattaforme tecnologiche che creeranno gli ambienti virtuali.

Non sottovalutare i segnali di diffidenza

“Il metaverso è sicuramente uno dei fenomeni emergenti dell’ecosistema digitale e, dato il grande interesse mostrato dalle aziende, abbiamo voluto approfondire il livello di conoscenza e di aspettative dei consumatori – commenta Fabrizio Angelini, Ceo di Sensemakers – Non ci ha stupito né la conoscenza del tema ancora in fase di consolidamento, né la forte polarizzazione in termini di interesse e apprezzamento da parte di giovani, maschi e alto scolarizzati. Alcuni segnali di diffidenza evidenziati dai segmenti femminili e più maturi non vanno tuttavia sottovalutati soprattutto in un Paese come il nostro dove il digital divide è ancora forte. Anche perché la percezione comune è che il metaverso potrebbe amplificare squilibri e diseguaglianze del mondo digitale proprio in una fase in cui l’attenzione delle aziende al purpose e ai problemi della vita reale è particolarmente alta”.

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