L’impatto delle tecnologie immersive sull’economia italiana potrebbe variare, da qui a 5 anni, tra 18,8 e i 25,7 miliardi, pari allo 0,8% -1,09% del Pil. Questa la stima del Politecnico di Milano in un’indagine realizzata per Meta da cui emerge che tra quest’anno e il 2029, le tecnologie immersive contribuiranno complessivamente all’economia italiana per 34,6-47,2 miliardi. La tecnologia mobile è stata scelta come modello di riferimento perché rispecchia il potenziale percorso di sviluppo del metaverso che, grazie alla realtà aumentata (AR) e alla realtà virtuale (VR), crea esperienze coinvolgenti e immersive.
Le opportunità del metaverso per l’Italia
“Le tecnologie immersive stanno guadagnando crescente popolarità grazie alla loro immediata utilità, alle motivazioni che spingono alla loro adozione e alla loro facilità di impiego, rendendole accessibili a un ampio pubblico – evidenzia Giuliano Noci, professore ordinario di strategy e marketing del Politecnico di Milano e direttore scientifico dello studio -. In Italia, l’utilizzo di queste tecnologie in settori strategici quali l’automotive e la moda dimostra il loro potenziale nel modificare i processi aziendali e nel migliorare l’esperienza degli utenti. A lungo termine, l’effetto del metaverso sul Prodotto Interno Lordo nazionale dipenderà da fattori quali lo sviluppo delle infrastrutture e una progressiva evoluzione del quadro normativo vigente”.
“Ci troviamo di fronte a un’opportunità significativa: la tecnologia si muove rapidamente e abbiamo la possibilità di accompagnarne lo sviluppo responsabile, collaborando con aziende grandi e piccole, università e istituzioni – sottolinea Angelo Mazzetti, Responsabile Affari Istituzionali di Meta in Italia -. L’impatto effettivo di queste tecnologie sul Pil italiano, infatti, dipenderà molto dalla capacità di sviluppare competenze, un ecosistema d’impresa dinamico e da un quadro normativo che promuova innovazione e progresso” –
Le barriere piscologiche e funzionali
Per poter raggiungere il risultato però è necessario che le tecnologie diventino parte integrante della vita quotidiana delle persone. Il Politecnico segnala una serie di barriere sia a livello psicologico sia funzionale, queste ultime legate in particolare al costo di acquisto dei dispositivi AR/VR e ai timori relativi alla privacy. Vanno però tenuti presenti – evidenzia il Polimi – anche elementi a livello individuale e sociale, che influenzano positivamente la propensione all’utilizzo: la semplicità d’utilizzo, la dimensione di intrattenimento, la possibilità di collaborazione in ambito lavorativo, la capacità di superare limiti geografici e una maggiore percezione di presenza sociale.
Aumentano gli investimenti sul fronte business
Sul fronte business, invece, le imprese stanno già implementando soluzioni AR/VR, specialmente nei comparti della moda, dei media e dell’intrattenimento che rappresentano oltre la metà delle iniziative nel metaverso. I brand stanno, infatti, investendo in queste tecnologie per attività di marketing, presentazione prodotti e nuovi canali di distribuzione, con l’obiettivo di riposizionarsi e di trovare nuove forme di ingaggio. Le tecnologie immersive vengono utilizzate anche per visualizzare e interagire con i gemelli digitali, ovvero i modelli virtuali di un oggetto fisico, per targetizzare le nuove generazioni, e al contempo offrire una modalità complementare di apprendimento all’interno dell’azienda.
Tuttavia, l’utilizzo di AR/VR nel settore Business-to-Consumer è più basso rispetto all’ambito Business-to-Business, in cui IT & Tech, Telco, Healthcare, Automotive ed Energy sono stati identificati come i settori più attivi. In questi ambiti il metaverso è utilizzato per una serie di applicazioni, tra cui l’ottimizzazione dei processi, la formazione e lo sviluppo di prodotti. Ad esempio, nel settore Healthcare, emergono alcune applicazioni di tecnologie immersive per supportare lo svolgimento di operazioni chirurgiche, oltre alla formazione del personale medico.