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Miao (Huawei): “Ora promuovere servizi e competenze digitali”

Per Il ceo del gruppo cinese in Italia il prossimo governo dovrà dare continuità al programma di infrastrutturazione ultrabroadband e puntare sull’uso delle nuove reti. “Regole stabili che aiutino gli investimenti”

Pubblicato il 05 Mar 2018

Thomas_Miao_CEO-Huawei-Italia

“La connettività ha bisogno di raggiungere tutti a livello globale e da questo punto di vista Internet è un servizio universale – osserva Thomas Miao, CEO Huawei Italia – Negli ultimi 20 anni, Huawei ha aiutato la maggior parte delle persone su questo pianeta a connettersi tra loro e consentirà connessioni più ampie tra persone e cose e tra cose e cose in futuro. Lavoriamo per superare il divario digitale in tutto il mondo, anche in Italia, nelle aree non ancora in linea con gli obiettivi dell’agenda digitale. Il mondo intero diventa digitale e Internet a banda larga è l’opportunità che ogni persona, azienda, amministrazione ha per esprimere tutto il suo potenziale, portare innovazione nel proprio ambiente e migliorare il luogo in cui vive.

Quanto è importante il supporto normativo per aiutare gli investimenti delle telecomunicazioni?

Le politiche di regolamentazione dovrebbero incoraggiare l’innovazione, gli investimenti e la concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni e stimolarli a incrementare gli investimenti nelle tecnologie di accesso di nuova generazione grazie a sussidi o politiche di incentivi per incoraggiare le imprese a investire. Nei nostri paesi gli operatori stanno investendo ingenti risorse per lo sviluppo della banda larga sia in termini di infrastrutture che di frequenze e stanno affrontando notevoli pressioni.

E la stabilità politica è importante?

La stabilità politica è fondamentale non solo per incoraggiare i carrier a continuare a investire sulla connettività del Paese, ma anche a dare loro certezze, renderli in grado di impostare una strategia a lungo termine e fare la scelta giusta, con un occhio agli azionisti e un occhio al cliente finale, in sintesi tutto ciò significa garantire loro un ritorno sugli investimenti, poiché si impegnano su un obiettivo a medio-lungo termine. Per quanto riguarda Huawei, siamo in Italia da 14 anni e continuiamo ad investire per fornire loro le tecnologie più recenti e performanti, quindi soprattutto in questo periodo, con il trial 5G in piena implementazione, è fondamentale avere certezze sulla regolamentazione ora e per il futuro.

L’infrastruttura da sola non è sufficiente, anche lo sviluppo dei servizi digitali è necessario. È d’accordo?

Solo lo sviluppo di servizi può rendere le nuove reti utili per i cittadini e redditizie per gli operatori, i servizi sono l’innesco che porta le persone e le imprese ad adottare le nuove tecnologie e a chiedere maggiore ampiezza di banda. Ci sono molti esempi: contenuti video (Netflix, Amazon Prime Video e quelli a venire …), servizi di pubblica amministrazione (molti comuni, come Milano stanno facendo un ottimo lavoro a questo scopo), servizi aziendali (come aprire una nuova azienda, gestione dei dipendenti, rapporti finanziari e burocrazia in generale). Quindi gli operatori dovrebbero sviluppare le nuove infrastrutture avendo in mente anche i servizi, in modo trasparente, e Huawei può sostenerli in questo processo di innovazione congiunta.

Come può la politica promuovere la digitalizzazione delle imprese, della pubblica amministrazione e dei cittadini?

Anche la politica ha le sue responsabilità. In termini di promozione il vecchio governo ha messo in atto molti incentivi come il piano Industria 4.0, voucher per PMI ecc … e speriamo che il nuovo governo continui in questa direzione. La politica può anche favorire l’adozione dei servizi digitali in due modi: semplificando la burocrazia e stimolando l’educazione digitale dei cittadini, anche in collaborazione con società private. Huawei ad esempio partecipa al programma Assolombarda ABC Digital per istruire i cittadini con più di 60 anni sui servizi digitali e il loro utilizzo quotidiano.

L’Italia vuole essere così all’avanguardia in 5G in Europa per promuovere prove in 5 città. È convinto di tale enfasi?

Sicuramente il trial 5G ha messo il nostro Paese al primo posto nel mondo 5G insieme a Corea del Sud e Giappone. Sarà un fattore chiave per la trasformazione digitale dell’economia italiana. Voglio dire che il trial italiano ha un vantaggio in più: il grande valore del processo lanciato dal Ministero dello Sviluppo Economico sta nel fatto che il governo italiano ha messo il concetto di ecosistema al centro e nel format che coinvolge in modo obbligatorio tutti gli attori del mercato: operatori, fornitori, centri di ricerca, università, pubblica amministrazione, partner locali. Questo formato supera i requisiti minimi europei e pone l’Italia come un campione dello sviluppo 5G.

Quale è il ruolo di Huawei in questo contesto?

Stiamo supportando il progetto MISE sull’implementazione 5G, lavorando con TIM e Fastweb nella sperimentazione 5G a Bari e Matera insieme a 55 partner internazionali e nazionali, con lo scopo di fornire una copertura completa della rete 5G entro il 2019. Ciò consentirà anche di avere il primo porto italiano 4.0 a Bari per una gestione più efficiente dei trasporti e della logistica e un’esperienza virtuale 3D per i siti museali e archeologici a Matera, capitale culturale europea nel 2019. Per fare questo ci appoggiamo a una collaborazione congiunta con i nostri partner ma anche sulla nostro lunga esperienza nella ricerca e sviluppo del 5G: vi stiamo investendo dal 2009 e abbiamo 11 centri di ricerca dedicati 5G e un Global & RD a Milano dedicato alle alte frequenze.

A quali condizioni l’Italia può effettivamente diventare un leader nel 5G?

Prima di tutto i trial lanciati dal governo devono essere completati bene, da questi possono arrivare indicazioni utili e concrete per le future implementazioni 5G e per i casi d’uso. Il secondo punto è lo spettro: l’Italia ha bisogno di garantire le frequenze richieste per sviluppare la migliore esperienza in ogni condizione tecnica. Terzo punto, che sta effettivamente accadendo, collaborare con aziende private e istituzioni europee per completare il processo di standardizzazione che è la chiave per promuovere il 5G in modo standardizzato. Una volta completato il trial, l’Italia sarà uno dei pochi Paesi al mondo ad aver implementato 5G e con esso nuovi servizi per le imprese e per i cittadini, diventando una vera e propria best practice cui guardare.

Cosa dovrebbe fare il nuovo governo per promuovere l’uso e i servizi delle reti 5G?

La costruzione delle infrastrutture di telecomunicazione in Italia è in costante sviluppo. Tuttavia, rispetto allo sviluppo delle infrastrutture, il tasso di utilizzo degli strumenti digitali da parte dei consumatori in Italia nella loro vita quotidiana e nel lavoro non è così elevato. Pertanto, l’educazione digitale dei cittadini dovrebbe essere uno dei punti focali del nuovo governo insieme alla promozione delle competenze digitali. Abbiamo un intero programma italiano di CSR dedicato ad esso. Il nuovo governo dovrebbe lavorare con un approccio mentale aperto insieme agli operatori e all’ecosistema al fine di massimizzare gli investimenti fatti durante i trial e stimolarne di nuovi.

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