Otto ore di sciopero proclamate per domani, con una manifestazione di una delegazione di un centinaio di lavoratori di Agrate e Vimercate a Roma davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico, dove è in programma la riunione del tavolo con il Governo, i vertici italiani di Micron e gli enti locali interessati, per la procedura della messa in mobilità di 419 dipendenti annunciata dalla multinazionale statunitense. Si tratta della prima patata bollente tra le mani del neo ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi. Nelle stesse ore a Catania, in occasione della visita alla città del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i lavoratori Micron consegneranno al Capo dello Stato una lettera che chiede un intervento sulla questione.
“Le chiediamo, caro Presidente – si legge nella lettera che sarà consegnata al Presidente della Repubblica – di intervenire presso STMicroelectronics, azienda della quale lo Stato Italiano possiede una quota azionaria di controllo, in quanto essa ha una responsabilità pesante nei nostri confronti, perché tutti noi proveniamo da STMicroelectronics, e da là siamo stati ceduti senza il nostro consenso. (…) Ciò che Le chiediamo, caro Presidente, è di difendere il futuro del nostro territorio creando le condizioni ragionevoli per non andare via, invertendo la rotta, in modo da costruire un futuro Italiano per tutti: per noi e per i nostri figli. Non permetta, caro Presidente, che queste eccellenze si trasformino in eccedenze”.
Nelle scorse settimane i rappresentanti dei lavoratori avevano scritto anche all’ambasciatore Usa in Italia per chiedere un incontro con i vertici statunitensi della multinazionale.
Per il 7 marzo, inoltre, in occasione del tavolo sulla microelettronica che si svolgerà presso il Mise, sono state indette altre 8 ore di sciopero nazionale di Micron ed St, con una serie di iniziative territoriali collegate, “per chiedere al nuovo governo una vera politica industriale per il settore, contro i licenziamenti, contro la privatizzazione della Stm per fare cassa, per una nuova stagione di investimenti in ricerca e sviluppo che faccia tornare la microelettronica italiana leader nel mondo”.
Queste iniziative, spiegano i sindacati, sono state indette “contro i licenziamenti, contro la fuga della Micron dall’Italia, per un vero piano industriale che miri al reale mantenimento della presenza in Italia”.
Nell’incontro di domani, intanto, i sindacati annunciano di voler chiedere al Governo il coinvolgimento di StMicroelectronics nella vertenza, “da cui ha avuto origine la Micron – spiegano – dopo lo scorporo del ramo delle memorie e la creazione di Numonyx”.
“La Stm deve essere chiamata in causa e assumersi le proprie responsabilità rispetto a quanto sta succedendo – si legge in una nota di Fim, Fiom, Uilm e dei coordinamenti delle Rsu Stm e Micron, che annunciano per i prossimi giorni incontri e iniziative di informazione negli stabilimenti interessati.
“La StMicroelectronics è tornata alla ribalta nei giorni scorsi quando l’ex ministro dell’Economia Saccomanni ha confermato la volontà di privatizzarla – affermano dai sindacati – abbiamo inviato al Mise una richiesta di convocazione urgente per verificare le reali intenzioni del nuovo Governo e della stessa Stm. Dalle informazioni che abbiamo rispetto al piano industriale presentato prima dell’estate gli investimenti previsti vanno a rilento: sembra che la cassa dell’azienda si stia svuotando, anche a causa dell’assorbimento, in Francia, dei lavoratori provenienti da St Ericsson”.