Microsoft ha violato l’account Hotmail privato di un blogger francese per identificare chi, da dentro l’azienda, avesse fatto trapelare alcune informazioni commerciali di Microsoft che dovevano rimanere segrete. Lo ammette la stessa azienda di Redmond per bocca di John Frank, Deputy General Counsel e Vice Presidente del team Legal & Corporate Affairs, che ha sottolineato che le email Hotmail e Outlook.com sono e dovrebbero essere private, ma in casi eccezionali si possono leggere i messaggi. La decisione di “spiare” la casella personale è stata presa dopo che le indagini dell’Fbi avevano accertato che le informazioni commerciali trapelate riguardavano del materiale di proprietà di Microsoft e non su autorizzazione del giudice. Ma si giustifica Microsoft, un giudice non può emettere un mandato che autorizzi un’azienda a perquisire sè stessa: i server che contengono le caselle Hotmail sono già di Microsoft, che dunque può agire come meglio crede.
“Dopo la conferma che le informazioni commerciali di proprietà di Microsoft che dovevano rimanere segrete il 7 Settembre 2012 sono state divulgate – spiega Frank – l’Office of Legal Compliance di Microsoft ha approvato l’accesso al contenuto dell’account Hotmail del blogger”.
L’indagine interna di Microsoft ha scoperto che una mail era stata spedita dall’allora dipendente di Microsoft Alex Kibkalo al blogger anonimo in cui veniva condiviso del codice di una prerelease di Windows 8 RT.
I procuratori federali hanno dunque accusato Kibkalo, che ha lavorato per Microsoft in Libano e in Russia, per furto di segreti commerciali.
Kibkalo ha lavorato per Microsoft per sette anni e, prima di lasciare l’azienda, nel 2012, ha ricevuto “un avviso per scarso rendimento e ha minacciato di dimettersi se il richiamo non veniva revocato”, secondo il documento. Legalmente, Microsoft sembra essere protetta dalle sue politiche sulla privacy. La politica di Outlook.com, ex Hotmail, afferma infatto: “Possiamo accedere alle tue informazioni, compreso il contenuto delle comunicazioni … per proteggere i diritti o la proprietà di Microsoft”.
Viste le preoccupazioni da parte degli utenti sul rispetto della propria privacy, Microsoft ha voluto chiarire che in futuro la lettura delle e-mail avverrà solo in determinate circostanze che giustificano un mandato del giudice. Prima di chiedere il mandato, l’indagine prevederà l’invio delle prove ad un procuratore federale esterno. La ricerca sarà limitata ad informazioni strettamente correlato al caso in esame. Infine, per garantire la massima trasparenza, ogni due anni verrà rilasciato un report in cui saranno specificati sia il numero di ricerche che il numero degli account interessati.