Microsoft lascerà a casa tra i 3mila e i 4mila dipendenti. Dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, la casa di Redmond ha confermato una nuova ondata di licenziamenti nel settore vendite, che a livello globale impiega circa 50mila persone. Gli esuberi, determinati da una riorganizzazione volta a spingere i servizi “cloud”, saranno soprattutto all’estero. Le prime lettere di licenziamento sono state inviate ieri. Gli esuberi saranno inferiori al 10% della forza lavoro; tre su quattro (il 75%) saranno fuori dagli Usa. Secondo la stampa statunitense, nel complesso ci saranno dai 3mila ai 4mila licenziamenti.
La riduzione del personale rientra in una riorganizzazione aziendale che punta a rilanciare il cloud computing, vendendo in abbonamento una serie di software – ad esempio il classico pacchetto Office – utilizzabili dal cliente su qualsiasi dispositivo connesso a internet. Si tratta di un modello diverso rispetto alla vendita una tantum della licenza d’uso di programmi installabili e utilizzabili su un solo computer. Sul tavolo anche la fusione di diverse divisioni interne legate al settore enterprise e a quello delle piccole e medie imprese
Microsoft non è certo nuova ai licenziamenti. Da quando infatti, nel febbraio del 2014, Satya Nadella ha preso in mano le redini dell’azienda, sono stati più di 12300 i licenziamenti operati da Microsoft, la maggior parte dei quali legati alla fallimentare acquisizione di Nokia nel settembre del 2013 voluta dall’ex ceo Steve Ballmer.