LE TRIMESTRALI

Microsoft e Alphabet, ricavi e utili in volata grazie a cloud e intelligenza artificiale

La casa madre di Google torna ai livelli del 2022 anche se restano deludenti le performance relative alla pubblicità. Microsoft mette a segno risultati record per la piattaforma Azure che registra un fatturato a +30%. Riflettori puntati sul 2024: al rialzo gli investimenti nei data center per potenziare il business dell’AI generativa

Pubblicato il 31 Gen 2024

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Alphabet e Microsoft hanno entrambe archiviato l’ultimo trimestre del 2023 con ricavi oltre le attese. Merito soprattutto del cloud e dell’intelligenza artificiale, che soprattutto a Mountain View hanno bilanciato altri comparti meno brillanti.

Alphabet: i buoni risultati frutto dell’introduzione dell’AI

In particolare la casa madre di Google ha registrato revenue per oltre 86 miliardi di dollari nel quarto trimestre dell’anno scorso, tornando a un livello di crescita che non si vedeva dal 2022. Il colosso dell’online advertising ha messo a segno un utile netto di 20,7 miliardi, un importo che ha superato anche le aspettative degli investitori. Sundar Pichai, ceo del gruppo, si è detto “soddisfatto della continua forza della ricerca online e del crescente contributo di YouTube e del cloud”, assicurando che queste due piattaforme “stanno già beneficiando degli investimenti e delle innovazioni nell’AI. Ma il meglio deve ancora arrivare”.

Alphabet ha così registrato un utile per azione adjusted di 1,64 dollari, contro attese per 1,59 dollari. Hanno deluso i risultati relativi ai ricavi pubblicitari di Google, pari a 65,52 miliardi di dollari, con il consensus a 65,94 miliardi, ma la crescita dei ricavi è stata come detto la migliore dall’inizio del 2022, con vendite in aumento del 13% dai 76,05 miliardi di dollari di un anno prima.

I ricavi di Google Cloud sono stati pari a 9,19 miliardi di dollari, contro attese per 8,94 miliardi. I ricavi pubblicitari per YouTube sono stati di 9,2 miliardi (le aspettative erano di 9,21 miliardi). I costi di acquisizione del traffico sono stati di 13,9 miliardi, contro attese per 14,1 miliardi. Google Cloud, che compete con Amazon Web Services e Microsoft Azure, resta un motore per la crescita, con un’espansione che ha raggiunto il 26% nel trimestre rispetto a un anno prima.

Per Microsoft l’intelligenza artificiale è già su larga scala

Nel suo secondo trimestre fiscale Microsoft ha battuto le stime di Wall Street grazie alle nuove funzionalità di intelligenza artificiale che hanno contribuito ad attirare clienti verso i servizi cloud e Windows. Il colosso tecnologico ha registrato nel periodo terminato il 31 dicembre un utile netto di 21,9 miliardi di dollari, che corrispondono a un aumento del 33,1% rispetto ai profitti dello stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi tra ottobre e dicembre sono ammontati complessivamente a 62 miliardi di dollari, il 17,6% in più, configurandosi come il tasso di crescita più alto dal 2022. I ricavi dalla vendita di prodotti sono aumentati del 14,7%, a 18,9 miliardi di dollari, mentre quelli dai servizi si sono attestati a 43 miliardi (+18,9%).

Nei primi sei mesi dell’intero anno fiscale Redmond ha registrato un utile netto di 44 miliardi di dollari, con un incremento del 30%. I ricavi della multinazionale hanno registrato nel semestre un miglioramento del 15,2%, attestandosi a 118 miliardi di dollari. ”Siamo passati dal parlare di intelligenza artificiale all’applicazione su larga scala”, commenta Satya Nadella, presidente e ceo di Microsoft, che sottolinea come, incorporando l’intelligenza artificiale a ogni livello, l’azienda stia “conquistando nuovi clienti e contribuendo a generare nuovi vantaggi e aumenti di produttività in tutti i settori”.

I ricavi dell’unità Intelligent Cloud di Microsoft, che ospita la piattaforma Azure, sono cresciuti del 20% a 25,9 miliardi. Le vendite di Azure, per le quali Microsoft non divulga cifre in valori assoluti, sono cresciute del 30%, rispetto al 27,7% stimato dal consensus di Visible Alpha.

Analizzando le performance degli altri segmenti di business, la divisione produttività e processi aziendali, che riunisce i software Office, Dynamics e il social network LinkedIn, ha registrato un incremento del 13,2%, a 19 miliardi di dollari, mentre il business relativo al personal computing (Windows o Xbox) ha aumentato il suo fatturato del 18,6%, a 16 miliardi.

Gli investitori stanno osservando con attenzione i ricavi di Azure e Office di Microsoft per vedere che tipo di flusso di vendite deriverà dalle decine di miliardi di dollari che l’azienda intende riversare quest’anno nei data center per fornire le capacità computazionali indispensabili a erogare applicazioni costruite sull’AI generativa.

Microsoft ha previsto spese operative comprese tra 15,8 e 15,9 miliardi di dollari nel trimestre in corso, in aumento rispetto ai 15,4 miliardi di dollari del trimestre precedente. Ha inoltre dichiarato di aspettarsi un “aumento sostanziale” delle spese in conto capitale su base sequenziale.

La corsa (a ostacoli) del mercato sul terreno dell’AI generativa

Stupisce dunque fino a un certo punto che le aziende legate all’intelligenza artificiale abbiano perso 190 miliardi di dollari di valore in borsa nella tarda serata di ieri, dopo che Microsoft e Alphabet (ma anche Advanced Micro Devices) hanno presentato risultati trimestrali che, per quanto positivi, non sono riusciti a impressionare gli investitori che avevano fatto impennare i loro titoli.

Il crollo dei risultati dei colossi tecnologici ha sottolineato le elevate aspettative degli investitori dopo il rally del mercato azionario alimentato dall’AI negli ultimi mesi, che ha spinto le loro azioni ai massimi storici con la promessa di incorporare la tecnologia in tutto il panorama aziendale.

Il boom della tecnologia nell’ultimo anno grazie al successo di ChatGpt, del resto, ha portato a una corsa frenetica allo sviluppo e alla diffusione di programmi informatici in grado di produrre testi, suoni e immagini semplicemente interrogandoli nel linguaggio quotidiano. Facendo leva sul suo importante investimento in OpenAI, Microsoft ha assunto un ruolo di primo piano nel campo dell’AI rispetto a Google, a lungo considerato il leader nelle applicazioni all’avanguardia di questa tecnologia.

I due rivali sono in competizione per sviluppare nuovi strumenti per i privati e le aziende che utilizzano i loro servizi cloud. Google sta cercando di difendere la sua posizione ancora dominante nella ricerca online. Bing, il motore di Microsoft, non ha guadagnato terreno ma il gruppo di Redmond, che controlla quasi la metà del capitale di OpenAI, sta cavalcando l’onda dell’entusiasmo per l’AI generativa: la sua capitalizzazione di mercato ha recentemente superato i 3mila miliardi di dollari a Wall Street, spodestando Apple come leader mondiale.

Ma l’entusiasmo per l’AI generativa sta suscitando anche molte preoccupazioni per i possibili abusi. A dicembre, l’Unione Europea ha approvato una legislazione innovativa per regolamentare la tecnologia, mentre la Federal Trade Commission statunitense ha appena avviato un’indagine proprio sui massicci investimenti di Microsoft in OpenAI e di Google e di Amazon in un’altra startup specializzata, Anthropic.

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