L'OPERAZIONE DA 69 MILIARDI

Microsoft e il deal Activision: team da 18 executive per convincere la Ue

Una delegazione dell’azienda, guidata dal presidente Brad Smith, incontra i rappresentanti della Commissione: sul tavolo i “rimedi” per garantire la concorrenza sul mercato dei videogiochi. L’accordo con Nintendo “modello” da seguire

Pubblicato il 21 Feb 2023

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Diciotto top manager per convincere Bruxelles a dare il via libera all’acquisizione di Actvision Blizzard. Microsoft incontrerà oggi, 21 febbraio, i rappresentanti della Commissione Europea e – riporta Reuters – al tavolo ci saranno anche altre aziende attive sul marcato del gaming, come Sony, Google, Nvidia, oltre alle associazioni di categoria che rappresentano gli sviluppatori e gli editori in Paesi come Italia, Germania, Francia e Belgio.

I timori della Commissione europea

La Commissione teme che, acquisendo Activision Blizzard, Microsoft “possa precludere l’accesso alla console e ai videogiochi per Pc di Activision Blizzard, inclusi giochi di grande successo come Call of Duty”.

Inoltre, per quanto riguarda i servizi emergenti di abbonamento multi-gioco e streaming di giochi su cloud, la Commissione afferma di nutrire preoccupazioni simili in quanto Microsoft potrebbe limitare i distributori concorrenti o applicare un trattamento preferenziale ai propri servizi.

Tali strategie di preclusione potrebbero comportare una riduzione della concorrenza nei mercati interessati, con conseguente aumento dei prezzi, servizi più scadenti e minore tasso di innovazione.

Infine, l’esecutivo dell’Ue ha anche espresso la preoccupazione che Microsoft possa sfruttare la sua posizione dominante nel mercato dei giochi per consolidare la sua posizione nel mercato dei sistemi operativi per Pc.

In campo 18 top manager di Microsoft

Microsoft sarà rappresentato dal suo presidente, Brad Smith, e dall’amministratore delegato di Microsoft Gaming, Phil Spencer, oltre 17 executive. Per Activision Blizzard King ci sarà l’attuale amministratore delegato, Robert Kotick. Sony sarà invece rappresentata dall’amministratore delegato di Sony Interactive Entertainment, Jim Ryan.

“Credo che sia chiaro che l’acquisizione di Activision Blizzard porterà più giochi a più persone su un numero maggiore di dispositivi e piattaforme che mai”, ha spiegato Smith ai giornalisti alla vigilia dell’audizione.

Il presidente di Microsoft ha poi aggiunto che l’azienda è disposta a rispondere alle preoccupazioni circa le licenze per “Call of Duty”.

La strategia di Microsoft

Su Twitter Smith ha infatti postato un breve comunicato per annunciare che il preannunciato accordo decennale con Nintendo per assicurare che Call of Duty rimarrà tale e quale a oggi anche sulle piattaforme di Nintendo è stato firmato ed “è vincolante”.

“Microsoft e Nintendo hanno negoziato e firmato un accordo legale vincolante di 10 anni per portare Call of Duty ai giocatori di Nintendo – lo stesso giorno di Xbox, con tutte le funzionalità e gli stessi contenuti – così che possano esperire Call of Duty proprio come i giocatori PlayStation e Xbox fruiscono di Call of Duty”, si legge. “Intendiamo offrire un accesso uguale a lungo termine a Call of Duty alle altre piattaforme da gioco, dando più scelta a più giocatori e maggiore concorrenza nel mercato videoludico”.

L’operazione Activision Blizzard

Microsoft ha offerto 95 dollari per azione, con un premio del 45%. Dopo il perfezionamento dell’accordo è previsto che la business unit Activision riporterà a Phil Spencer, che ha guidato la divisione Xbox di Microsoft e che ricoprirà ora il ruolo di Ceo di Microsoft Gaming.

Il deal, che rappresenterebbe una delle più grande operazioni di sempre nel mondo delle Big tech, è destinato a sconvolgere il mondo videoludico: tra i primi effetti già all’annuncio dell’accordo a gennaio c’è stato il crollo in borsa di Sony, il principale concorrente di Microsoft sul mercato delle console. Come osservano diversi analisti, l’operazione ha una logica non solo di mercato, ma anche di sviluppo rispetto alla sfida del metaverso lanciata da Mark Zuckerberg.

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