Il Fisco reclama gli arretrati a Microsoft in Francia. Lo scrive oggi Les Echos, precisando che la somma richiesta, pari a 52,5 milioni di euro, riguarda il biennio 2007-2009. Nel minirno delle autorità francesi le tasse non versate da Redmond. Che a sua volta contesta gli addebiti, in base al principio che la casa madre europea si trova in Irlanda.
Microsoft ha confermato che l’ufficio delle imposte francese “ha presentato una rettifica” e nel contempo ha fatto ricorso contro la decisione alla Commissione nazionale del Fisco, che in passato si è già espressa in favore di Microsoft in un precedente contenzioso.
In particolare, nel 2005 il Fisco francese aveva chiesto una rettifica contabile a Microsoft pari a 20 milioni di euro relativa agli esercizi dal 1999 al 2001. Microsoft fece ricorso, con successo ,davanti al tribunale amministrativo di Bercy, costretto a rimborsare i 20 milioni con l’aggiunta di 4 milioni di euro di interessi.
Dal 1994 Microsoft in Francia opera con lo status di “agente che opera su commissione”. In altre parole, ogni volta che Microsoft vende un prodotto in Francia, la filiale transalpina non contabilizza il prezzo di vendita del prodotto, ma soltanto una commissione, pari ad una frazione del prezzo di vendita su cui poi pagherà le tasse. “La filiale francese di Microsoft è un agente che opera su commissione per conto della filiale irlandese Micorosoft Ireland Operations Limited”, si legge sul sito di Microsoft Francia.
L’imposta sulle società applicata in Irlanda è pari al 12,5% degli utili, a fronte del 33,3% in vigore in Francia e del 35% negli Stati Uniti. Grazie ad un semplice meccanismo di triangolazione con filiali in paradisi fiscali, fra cui Porto Rico, Bermuda o Antille olandesi, come svelato nel 2010 da Bloomberg, le aziende Usa riescono a godere di sostanziali vantaggi fiscali fatturando le vendite extra Usa in Irlanda. Ma la Francia non ci sta più.
La filiale francese di Microsoft, secondo Le Figaro, registra un giro d’affari annuo di 2 miliardi di euro e paga 22 milioni di euro di imposte.
Negli ultimi tempi, il governo francese sta affilando le armi nei confronti di Microsoft ma soprattutto di Google & Co, affinché le grandi net company a stelle strisce siano costrette a lasciare in Francia più tasse di quanto non facciano oggi. Lo scrive oggi Le Figaro, precisando che a luglio il governo ha affidato al consigliere di Stato Pierre Collin e all’ispettore delle finanze Nicolas Colin il compito di redigere un report dettagliato sul regime fiscale di Google, Microsoft, Amazon e Facebook. L’esito dell’indagine sarà pronto a dicembre.