La Commissione europea si preparerebbe ad aprire un’indagine formale sull’accusa di abuso di posizione dominante nei confronti di Microsoft, per aver abbinato in maniera sleale l’applicazione di videoconferenza Teams al software Office. Lo riporta il Financial Times, secondo cui il fascicolo sarà avviato formalmente la prossima settimana.
In stallo le trattative aperte ad aprile: al centro la questione de-bundling
La mossa di Bruxelles fa seguito allo stallo nelle trattative aperte ad aprile affinché il gigante tecnologico mettesse fine alla pratica di forzare i clienti Office a installare automaticamente Teams sui loro dispositivi, dopo la denuncia dalla rivale Slack, app di collaboration di Salesforce, nel 2020.
Secondo le fonti del quotidiano britannico “i colloqui si sono arenati perché Microsoft vorrebbe applicare la regola del de-bundling solo alla Ue, mentre Bruxelles chiede che valga per tutto il mondo“, ed è “molto improbabile” che l’azienda statunitense riesca a evitare un’inchiesta formale.
Sarebbe la “fine della tregua” iniziata nel 2009
L’apertura dell’indagine segnerebbe la fine della “tregua prolungata” tra la Ue e Microsoft, che dura da quando la commissione l’accusò nel 2009 di aver legato Internet Explorer al suo sistema operativo Windows.
Nel luglio 2020 la denuncia di Slack
L’introduzione di Teams risale al 2017, con una mossa palesemente mirata a conquistare una fetta del redditizio mercato della collaboration. Con la denuncia del luglio 2020, Slack aveva esortato il garante della concorrenza Ue a ordinare al gigante del software statunitense di separare Teams dalla Office Suit e di “venderlo separatamente a prezzi commerciali equi”. La Commissione Ue a più riprese aveva quindi approfondito la questione cercando di reperire ulteriori informazioni, preparando il terreno per l’apertura di un’indagine formale da parte dell’Authority.