Si allungano i tempi del closing per l’acquisizione di Nuance da parte di Microsoft: anche l’autorità Antitrust britannica (Cma, Competition and markets authority) ha deciso di approfondire il deal da 16 miliardi di dollari per verificare gli impatti sulla concorrenza. Nuance è una specialista dell’intelligenza artificiale e dei software per il riconoscimento vocale.
La scorsa settimana l’operazione era già finita sotto il faro dell’Antitrust dell’Unione europea: la Commissione europea ha deciso di valutare meglio le implicazioni inviando un questionario ai clienti e ai concorrenti di Microsoft e Nuance in cui si chiede di presentare la lista delle possibili obiezioni.
L’Europa e il Regno Unito aprono così le indagini più approfondite finora condotte sull’accordo Microsoft-Nuance da parte di un’autorità antitrust. In Usa e Australia l’acquisizione ha già ottenuto il via libera e non è stato chiesto alcun “rimedio”.
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Microsoft ha annunciato ad aprile l’accordo per comprare Nuance. Si tratta dell’acquisizione più corposa messa a segno dal colosso di Redmond dopo LinkedIn, comprata nel 2016 per 26,2 miliardi di dollari.
La Cma britannica, che ultimamente ha reso più severa la sua azione regolatoria nei confronti delle Big tech, intende verificare che il merger non riduca la concorrenza su uno o più mercati in Gran Bretagna e ha invitato le parti interessate a presentare i loro commenti sul deal entro il 10 gennaio 2022.
I timori dell’Ue: focus sui dati sanitari
Il questionario inviato dalle autorità europee chiede se Microsoft e Nuance sono concorrenti e se un loro legame potrebbe avere impatti su clienti e rivali; per esempio, se c’è l’eventualità che Microsoft favorisca Nuance rispetto a servizi analoghi concorrenti.
L’attività principale di Nuance è la vendita di tecnologie per la trascrizione impiegate soprattutto da medici e call center che vogliono automatizzare il passaggio dalla registrazione vocale al documento testuale. Per gli analisti l’acquisizione di Nuance potenzia enormemente la presenza di Microsoft sul mercato della salute e le porta un volume massiccio di dati medici e vocali che può usare per programmare software di intelligenza artificiale rivolti all’healthcare o alle applicazioni di sicurezza basate sulla biometria.
Nel settore healthcare Nuance collabora con Microsoft dal 2019: le due aziende hanno lavorato insieme su tecnologie per il settore sanitario, per esempio per permettere ai medici di registrare e salvare le conversazioni con i loro pazienti dentro il fascicolo sanitario elettronico.
Steven Weber, esperto della University of California Berkeley, afferma che il regolatore potrebbe essere preoccupato che Microsoft costringa i clienti di Nuance a usare la sua suite Office offrendo i prodotti di Nuance in bundle con i suoi. Il timore, almeno negli Stati Uniti, ha un fondamento nella quota di mercato della società dell’Ai: Nuance serve il 77% degli ospedali Usa.
Ancor di più i regolatori potrebbero concentrarsi sul tema dei dati: in molti contratti di Nuance, afferma Reuters, il cliente deve fornire all’azienda accesso ai dati vocali e testuali e garantire a Nuance il diritto di copiare, usare e analizzare tali dati per la ricerca sul riconoscimento vocale.