IL CASO

Microsoft-Nuance, faro dell’Ue sul deal da 16 miliardi: ripercussioni sui dati sanitari?

La Commissione europea invia un questionario a clienti e concorrenti delle due aziende temendo impatti negativi nell’industria della salute. Timori anche sulla possibile vendita in bundle dei software

Pubblicato il 07 Dic 2021

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L’acquisizione di Nuance da parte di Microsoft finisce sotto il faro dell‘Antitrust Ue: la Commissione europea ha deciso di approfondire gli impatti dell’operazione inviando un questionario ai clienti e ai concorrenti delle due aziende in cui si chiede di presentare la lista delle possibili obiezioni. Lo riporta Reuters, secondo cui si tratta dell’indagine più approfondita finora condotta sull’accordo Microsoft-Nuance da parte di un’autorità antitrust.

Microsoft ha annunciato ad aprile l’accordo per comprare Nuance, specialista dell’intelligenza artificiale e dei software per il riconoscimento vocale. Con un deal da 16 miliardi di dollari si è trattato dell’acquisizione più corposa messa a segno dal colosso di Redmond dopo LinkedIn, acquisita nel 2016 per 26,2 miliardi di dollari.

L’Antitrust Ue studia gli impatti sull’healthcare

Il questionario delle autorità europee chiede se Microsoft e Nuance sono concorrenti e se un loro legame potrebbe avere impatti su clienti e rivali; per esempio, se c’è l’eventualità che Microsoft favorisca Nuance rispetto a servizi analoghi concorrenti.

L’attività principale di Nuance è la vendita di tecnologie per la trascrizione impiegate soprattutto da medici e call center che vogliono automatizzare il passaggio dalla registrazione vocale al documento testuale. Per gli analisti l’acquisizione di Nuance potenzia enormemente la presenza di Microsoft sul mercato della salute e le porta un volume massiccio di dati medici e vocali che può usare per programmare software di intelligenza artificiale rivolti all’healthcare o alle applicazioni di sicurezza basate sulla biometria.

Nel settore healthcare Nuance collabora con Microsoft dal 2019: le due aziende hanno lavorato insieme su tecnologie per il settore sanitario, per esempio per permettere ai medici di registrare e salvare le conversazioni con i loro pazienti dentro il fascicolo sanitario elettronico.

Il business dei dati e i timori sui prodotti in bundle

Steven Weber, esperto della University of California Berkeley, afferma che il regolatore potrebbe essere preoccupato che Microsoft costringa i clienti di Nuance a usare la sua suite Office offrendo i prodotti di Nuance in bundle con i suoi. Il timore, almeno negli Stati Uniti, ha un fondamento nella quota di mercato della società dell’Ai: Nuance serve il 77% degli ospedali Usa.

Ancor di più i regolatori potrebbero concentrarsi sul tema dei dati: in molti contratti di Nuance, afferma Reuters, il cliente deve fornire all’azienda accesso ai dati vocali e testuali e garantire a Nuance il diritto di copiare, usare e analizzare tali dati per la ricerca sul riconoscimento vocale.

L’operazione ha già ottenuto il disco verde del dipartimento di Giustizia Usa, a giugno, e dell’antitrust australiano (Australian competition commission), a ottobre. Lo scorso mese Microsoft e Nuance hanno inoltrato richiesta di approvazione alle autorità europea sulla concorrenza e la Commissione Ue ha tempo fino al 21 dicembre per dare il suo ok o aprire un’inchiesta formale.

Microsoft e Nuance avevano inizialmente detto di aspettarsi di chiudere il deal per fine 2021, ma già lo scorso mese hanno indicato che il closing potrebbe slittare all’inizio del 2022.

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