Microsoft ha deciso di scorporare la piattaforma di collaboration Teams da Office in tutto il mondo. È lo stesso gruppo guidato da Satya Nadella ad annunciarlo, spiegando che verrà ampliata a livello globale una politica già attuata in Europa per sedare le preoccupazioni dell’antitrust dell’Ue.
L’anno scorso la Commissione di Bruxelles aveva infatti avviato un’indagine – sollecitata da un reclamo di Slack – per verificare se il gigante tecnologico statunitense stesse “abusando e difendendo la propria posizione di mercato” raggruppando i software.
Nel tentativo di rispondere a questi rilievi, Microsoft ha per l’appunto scorporato Teams dalle suite Microsoft 365 e Office 365 nello spazio economico europeo e in Svizzera a partire dall’1 ottobre 2023, e ora lancia la strategia successiva. “Per garantire chiarezza ai nostri clienti, stiamo estendendo ai clienti di tutto il mondo le misure adottate lo scorso anno per scorporare Teams da M365 e O365 nello Spazio economico europeo e in Svizzera”, ha dichiarato un portavoce di Microsoft. “Questo risponde anche al feedback della Commissione europea, fornendo alle aziende multinazionali una maggiore flessibilità quando vogliono standardizzare i loro acquisti”, ha aggiunto il portavoce.
Cosa succederà ora
Microsoft ha precisato in un blog post che sta introducendo una nuova linea di suite commerciali Microsoft 365 e Office 365 che non includono Teams nelle regioni al di fuori dello Spazio economico europeo e della Svizzera, nonché una nuova offerta Teams indipendente per i clienti Enterprise in tali regioni.
Dunque i clienti che acquistano abbonamenti a Office a partire da questa settimana non riceveranno Teams in bundle con il servizio, e potranno scegliere se continuare con l’attuale contratto di licenza, rinnovare, aggiornare o passare alle nuove offerte. Per i nuovi clienti commerciali, i prezzi per Office senza Teams variano da 7,75 a 54,75 dollari a seconda del prodotto, mentre Teams Stand alone costerà 5,25 dollari.
Teams, aggiunto gratuitamente a Office 365 nel 2017, ha successivamente sostituito Skype for Business ed è diventato popolare durante la pandemia grazie anche alle sue funzionalità di videoconferenza. I produttori di software concorrenti come Slack, tuttavia, sostengono che il bundle dei prodotti conferisca a Microsoft un vantaggio sleale.
Non è la prima volta che Redmond si è trovata ad affrontare una situazione del genere. Dopo che nel 1998 il Dipartimento di Giustizia americano aveva citato in giudizio Microsoft per aver usato la sua posizione dominante sulla piattaforma Windows per soffocare la concorrenza dei browser web rivali, l’azienda alla fine ha fatto delle concessioni che hanno allentato il suo controllo sul software che i produttori di computer potevano installare sui propri prodotti. I browser Internet rivali sono aumentati di popolarità in seguito a questo cambiamento, conquistando via via fette di mercato sempre più ampie e relegando il software di Microsoft in posizioni nettamente minoritarie. Ma, almeno secondo gli analisti, la separazione di Teams da Office potrebbe non generare un effetto altrettanto drammatico.
“I prodotti aziendali sono un mondo a parte e Teams è talmente integrato nei flussi di lavoro che non credo abbia lo stesso impatto”, ha dichiarato Rishi Jaluria, analista di Rbc Capital Markets, parlando con Reuters.
Dopo che Microsoft Teams è stato scorporato dalle suite Microsoft 365 e Office in Europa nell’ottobre 2023, d’altra parte, la piattaforma ha visto le dimensioni della sua base di utenti rimanere per lo più invariate, secondo i dati di Sensor Tower. Secondo le stime della società di market intelligence, gli utenti attivi mensili dell’app mobile di Microsoft Teams nel primo trimestre del 2024 sono rimasti relativamente stabili rispetto al quarto trimestre del 2023, attestandosi entrambi a 19 milioni.
I rischi per Redmond
La mossa di Microsoft potrebbe però non essere sufficiente a scongiurare le accuse dell’antitrust dell’Ue, che probabilmente saranno inviate all’azienda nei prossimi mesi, dato che i concorrenti insistono sulle difficoltà di integrazione dei loro servizi di messaggistica di funzionare con Office Web Applications.
Secondo Gil Luria, analista senior di software presso D.A. Davidson, “l’iniziativa potrebbe comunque mostrare alle autorità di regolamentazione la volontà di Microsoft di essere proattiva e ammorbidire la posizione dell’antitrust”.
Microsoft, che nell’ultimo decennio ha accumulato 2,2 miliardi di euro (2,4 miliardi di dollari) in multe antitrust dell’Ue per aver legato o abbinato due o più prodotti tra loro, rischierebbe una multa fino al 10% del suo fatturato annuale globale se venisse dichiarata colpevole delle violazioni imputatele.