Non è semplice individuare la direttrice su cui si muove lo sviluppo del trasporto sostenibile: tra i messaggi di marketing che si moltiplicano a dismisura, standard e tecnologie che si contendono un mercato ancora tutto da inventare e una PA più alle prese con i vecchi problemi che con le nuove opportunità, l’espressione Connected mobility rischia di essere in Italia uno slogan anziché un progetto. Nonostante le iniziative in campo siano tutt’altro che poche. Per comprendere meglio lo stato dell’arte di un percorso ancora molto frammentato e per mettere in relazione i soggetti attivi su questo fronte, Nokia ha organizzato un tavolo di lavoro che ha per l’appunto visto riunirsi (a Milano, il 30 novembre) i rappresentanti di alcune delle organizzazioni impegnate sui temi della Connected mobility, della Smart city, dell’IoT e della Data federation. L’obiettivo comune è la teorizzazione un sistema di trasporto seamless e intermodale. La Lombardia e in particolare la città metropolitana di Milano rappresentano un interessante laboratorio a cielo aperto. Ma anche aree così ben infrastrutturate difficilmente potranno progredire senza una piattaforma di pagamenti e bigliettazione condivisa.
Ad aprire i lavori c’era Giampiero Mastinu, professore ordinario del dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano. Mastinu ha spiegato che l’agenda strategica del cluster tecnologico nazionale della mobilità sostenibile lega enti istituzionali e a aziende in cinque gruppi di lavoro attivi su 660 proposte. “I veicoli autonomi? Per ora sono solo una promessa. Ancora non conosciamo i veri problemi che si riscontreranno su questi sistemi. La roadmap segue progetti visualizzabili in modo più concreto, con priorità sulle innovazioni tecnologiche pronte per essere commercializzate”.
L’auto connessa, per esempio, è già una realtà, e secondo Emanuele Di Liberto, Business Development Trasportation, Global Enterprise and Public Sector di Nokia, si sta configurando come il competitor del futuro di ferrovie e compagnie aeree. “Se vogliono sopravvivere, i vettori devono fornire intrattenimento ai passeggeri attraverso la connettività”. Ma non è solo una questione di revenue: per il manager connessione e mobilità vanno di pari passo anche rispetto a prestazioni e sicurezza dei mezzi. “Tutte le macchine, visti i servizi che offrono, non possono più rimanere sconnesse. Dal punto di vista dell’industria i due mondi tendono a confluire e a cross-fertilizzarsi per attivare nuove use case in chiave Smart city”.
Luca Tosi, Direttore dei Sistemi dell’AMAT, ha spiegato che l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio del Comune di Milano sta lavorando per pubblicare una gara dedicata allo smart parking. “Condicio sine qua non per partecipare sarà la proposta di una soluzione narrow-band IoT che non preveda cioè l’infrastrutturazione di sensori e antenne”, ha precisato Tosi, “che implicherebbe un costo enorme che ne impedirebbe l’attuazione. La PA deve sperimentare facendosi supportare da competenze esterne senza puntare alla realizzazione di mega-piattaforme, ma scommettendo su progetti mirati, in collaborazione con le aziende”. Creare questo trait d’union è la missione di Assolombarda. Andrea Agresti, Responsabile Settore Mobilità e Trasporti, ha promesso nuove iniziative per il 2017: “Porteremo al tavolo non solo le imprese tradizionali, ma anche le startup”.
Luca Zanetta, Responsabile dei Progetti a Banda larga e Ultralarga di Uniontrasporti, e Pietro Mimmo, Head of Strategic Marketing & Communication di Sirti, hanno concordato nel dire che bisogna agire in modo che disponibilità di tecnologia e richieste del mercato vadano via via sincronizzandosi, avendo come obiettivo finale non tanto la velocità nell’adozione delle soluzioni, quanto la fluidità e l’uniformità delle soluzioni all’interno del sistema. “Senza dimenticare che nel frattempo il mondo è cambiato, e che oggi è il consumatore a comandare”, ha sottolineato Cristiano Radaelli, Presidente di Anitec. “Tutti gli attori della filiera devono farsi un esame di coscienza e capire cosa concretamente stanno dando al cittadino. È da lì che parte il vero cambiamento, altrimenti la questione si riduce solo a come fare più business”.
L’approccio bottom-up è quello proposto anche da Filippo Pipitone, Amministratore Delegato di Nordcom, che ha evidenziato come in Lombardia il 90% degli abitanti sia situato a meno di 10 km da una stazione ferroviaria. “Coprire l’ultimo miglio con un servizio di car sharing favorirebbe il processo di costruzione di una offerta di mobilità end-to-end”. Ma il tema rimane ancora una volta la sostenibilità economica e l’effettiva disponibilità del mercato. Armando De Crinito, Direttore Vicario e Dirigente dell’Unità Organizzativa Energia, reti tecnologiche e gestione risorse della Regione Lombardia, ha citato il caso del bando aperto sui sistemi di ricarica per veicoli elettrici a uso privato, che non ha avuto successo perché le auto a emissioni zero costano ancora troppo. “Questo succede in una delle aree più sviluppate del Paese: su progetti che coinvolgono territori con diversi gradi di sviluppo, si tende ad aderire al livello più basso per non creare ulteriori divari”, ha detto De Crinito. “Ma non è il paradigma della ricerca, che deve puntare solo sull’eccellenza e non abbassare mai l’asticella”.
A chiudere i lavori c’era Sergio Gianotti, Vice President Sales South Europe – Enterprise, Public Sector and Partners di Nokia. “Soffriamo di frammentazione, è vero, ma godiamo di un’alta qualità complessiva dei servizi, e Milano in questo senso è una delle città europee di punta”, ha detto il manager, annunciando che probabilmente sarà proprio il capoluogo lombardo il teatro per la prima sperimentazione italiana in campo delle reti 5G. “Non solo in termini di banda, ma anche rispetto al trasporto di servizi IoT”.