“Abbiamo innanzitutto cambiato denominazione e mission al nostro ministero che si è realizzato in questi 16 mesi di governo di Giorgia Meloni. Cambiando denominazione e mission cambiamo anche modello di organizzazione, che è anche cambio di modello di politica industriale. Abbiamo realizzato per la prima volta da tanto tempo una politica industriale in questo paese”. Con queste parole il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha svelato la riorganizzazione del dicastero da lui guidato che prevede l’istituzione di un dipartimento dedicato al digitale.
Quattro dipartimenti per spingere il sistema industriale
“Con i nostri provvedimenti, la nostra politica industriale ha come soggetto le imprese e si mette al centro la peculiarità del sistema industriale italiano, ovvero la sua eccellenza”, ha aggiunto Urso, specificando che “la riorganizzazione è stata fatta in 63 giorni e al suo esito ha portato alla istituzione di 4 dipartimenti e 9 direzioni generali”.
In particolare, ha spiegato il ministro Urso, sono stati istituiti 4 dipartimenti per rispondere alle 4 principali esigenze: garantire gli strumenti necessari per realizzare gli investimenti (il dipartimento per le politiche per le imprese); equipaggiarsi con le tecnologie fondamentali per le transizioni digitale e green (il dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie); munirsi di strumenti di tutela e di regole certe nella competizione (il dipartimento mercato e tutela); poter contare su una presenza e su una organizzazione territoriale che avvicini quotidianamente alle imprese le opportunità e gli strumenti del ministero (il dipartimento per i servizi interni, finanziari, territoriali e di vigilanza”).
Via al dipartimento per il digitale
Il dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie è affidato a Eva Spina. Tra i suoi principali compiti ci sono: contribuire all’innovazione e alla digitalizzazione delle imprese italiane, connettività con banda ultra larga, frequenze, nuove frontiere sia in termini di fattori abilitanti (materie prime critiche) che di tecnologie (intelligenza artificiale, metaverso, tecnologie quantistiche); razionalizzazione delle fondazioni dedicate alle transizioni green, digitale, biomedicale, intelligenza artificiale, chips; recepimento dei Regolamenti europei sulle Materie Prime Critiche e sull’Intelligenza Artificiale e definizione del collegato alla Legge di bilancio sulle nuove tecnologie emergenti.
Assintel plaude all’istituzione di un dipartimento per il digitale.
La decisione di costituire un dipartimento ad hoc del Mimit per contribuire all’innovazione e alla digitaliizzazione delle imprese italiane non è solo una questione organizzativa, ma un segnale politico importante – dice la presidente Paola Generali – Ora è più chiaro il disegno strategico del Governo sul digitale, in cui l’Innovazione è presidiata a livello generale dalla Presidenza del Consiglio attraverso il Sottosegretario Butti e a livello economico dal Ministero delle imprese e del Made in Italy.”
“Da sempre Assintel-Confcommercio studia il mercato del digitale in Italia attraverso l’Assintel Report e soprattutto grazie all’ascolto dell’esperienza delle proprie aziende associate che operano sul campo. Per questo, il contributo dell’associazione a livello istituzionale si focalizza su proposte operative e concrete, come quelle riportate nel recente Position Paper: da esso emerge chiaramente quanto sia sempre più fondamentale investire nella digitalizzazione, in particolare delle pmi. In questo senso ci mettiamo, una volta di più, al servizio del nuovo Dipartimento per il digitale del Mimit e del Governo, per lavorare insieme alla definizione e alla realizzazione delle strategie del digitale del nostro Paese”.
Il dipartimento per le politiche per imprese
Il dipartimento per le politiche per le imprese è guidato da Amedeo Teti. Tra i principali compiti ci sono la definizione della politica industriale nazionale dei diversi settori (con divisioni dedicate ai filoni strategici: automotive, sistema casa, siderurgia, abbigliamento, agroindustria, aerospazio…) che confluirà nel documento “Made in Italy 2030”; erogazione incentivi e strumenti di garanzia per l’accesso al credito e riforma degli incentivi per renderli più accessibili (contratti di sviluppo, accordi di innovazione); agevolazione degli iter autorizzativi anche esercitando poteri sostitutivi, con un focus particolare per gli investimenti esteri e quelli legati alle risorse del Pnrr. Inoltre, il primo dipartimento opererà per l’attuazione della Legge quadro sul Made in Italy, nella parte del rafforzamento delle filiere (Fondo sovrano, interventi settoriali, formazione), le norme che favoriscano il reshoring e quelle antidelocalizzazione; e definirà inoltre due norme collegate alla legge di bilancio, quella sulla blue economy e quella sulla space economy, oltreché sulla legge annuale per le Pmi (che quest’anno avrà un focus specifico sulle start up innovative) e la riforma delle Amministrazioni straordinarie.
Focus sulla concorrenza
Il terzo dipartimento è quello dedicato a mercato e tutela. Anch’esso sotto la guida di Amedeo Teti, vede tra i suoi principali compiti: lotta alla contraffazione, protezione dei brevetti, conformità dei prodotti, normativa tecnica, di mercato e regole della concorrenza; vigilanza sui prezzi e tutela dei consumatori; predisposizione della Legge sulla concorrenza e delle norme per il settore assicurativo e la distribuzione dei carburanti.
Il Mimit più vicino ai territori
Il quarto dipartimento, affidato a Benedetto Mineo, è quello per i servizi interni, finanziari, territoriali e di vigilanza. Tra i suoi principali compiti ci sono: supporto alle imprese mettendo a disposizione delle imprese gli strumenti del Mimit attraverso servizi digitali centrali; incentivare lo sviluppo d’impresa, con particolare attenzione a startup e Pmi innovative, dando impulso e supporto alle iniziative di promozione e tutela delle filiere produttive; soddisfare i fabbisogni formativi espressi dal tessuto imprenditoriale locale con lo sviluppo di competenze, anche in raccordo con le altre amministrazioni pubbliche, ivi inclusi gli istituti scolastici e gli Its.
Più donne nei ruoli dirigenziali
Nel presentare la riorganizzazione, Urso ha sottolineato inoltre che, dallo scorso assetto organizzativo, raddoppiano al Mimit le donne con incarico di dirigenza generale di prima fascia. Negli uffici di gabinetto, 2 dei 3 vice capo gabinetto e 3 dei 6 dirigenti sono donne. Nel complesso, all’esito della riorganizzazione, il 40% delle divisioni risulta guidato da donne.
Largo ai giovani talenti
Il ministro ha indicato anche che il Mimit è la prima amministrazione ad aver inserito i neoassunti dell’VIII corso-concorso della Sna, Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Sono state finalizzate nell’ultimo anno e mezzo oltre 250 assunzioni, potenziando la capacità dell’Amministrazione. Sono stati promossi, inoltre, tirocini e preziose sinergie con il mondo della ricerca e le università per contribuire alla crescita e alla formazione di giovani studenti e dottorandi. “Abbiamo reso il nostro atrio d’onore una vera e propria vetrina del made in Italy: oltre 300 imprese hanno esposto i loro prodotti di eccellenza (dal food allo spazio, dalla moda all’arredo) e ci apprestiamo a dar forma all’esposizione nazionale permanente del Made in Italy”, ha concluso il ministro.