Il ministero allo Sviluppo economico si è premurato di vincolare a usi specifici le frequenze di cui ha appena assegnato diritti d’uso ventennali alle televisioni (http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/16394_frequenze-e-bufera-sul-ministero-di-passera.htm). Emerge oggi questo nuovo risvolto, a quanto riferito al Corriere delle Comunicazioni dal ministero allo Sviluppo economico. In particolare i vincoli sono due. Primo: “le tivù non potranno cedere le frequenze alle tlc ma solo venderle per medesimo uso, quello televisivo”, dicono dal ministero. E meno male perché sarebbe stato molto grave il caso contrario, vista i 4,2 miliardi di euro spesi dagli operatori tlc per frequenze analoghe a quelle ora assegnate gratis alle emittenti.
Secondo, tre frequenze sono vincolate all’uso di Dvb-h (tv su cellulare). A quanto riferito, il ministero ha voluto accelerare e rispettare i termini del 30 giugno anche per poter assegnare le frequenze in un periodo transitorio del nuovo quadro regolamentare e quindi poter specificare il vincolo d’uso Dvb-h. Il nuovo quadro recepito a maggio, in Italia, infatti applica il principio di neutralità tecnologia e quindi permette di convertire l’uso delle frequenze (da Dvb-h a Dvb-t, in questo caso). Se il ministero avesse assegnato i diritti d’uso più tardi – comunque entro il 31 dicembre -, sostengono al ministero, non avrebbe potuto specificare il vincolo. Ed era importante metterlo, per non compromettere la futura asta “ex beauty contest”, dove si assegneranno altre tre frequenze per il digitale terrestre. Rai e Mediaset, infatti, con la conversione da Dvb-h a Dvb-t non avrebbero potuto partecipare all’asta perché avrebbero raggiunto il limite massimo di cinque multiplex (http://www.corrierecomunicazioni.it/media/14802_multiplex-gratis-per-mediaset-e-rai-piu-lontana-l-asta-frequenze.htm).
Bisognerà vedere però quanto inciderà in pratica il fatto di aver sfruttato il “periodo transitorio”. È vero che ora le frequenze sono vincolate al Dvb-h, ma gli operatori possono chiedere in qualsiasi momento la conversione e non si comprende su quali basi il ministero potrebbe negargliela. Un divieto a usare le frequenze per il Dvb-t non sarebbe compatibile con il nuovo quadro, infatti. Né si può affermare che la conversione causi interferenze (un motivo che avrebbe autorizzato un divieto, almeno temporaneo).
Forse però, con questa tattica, il ministero ha almeno guadagnato un po’ di tempo per tutelare la buona riuscita dell’asta ex beauty contest. Ma restano in piedi ancora molte incognite.
Su tutte: quando riuscirà il ministero a fare il bando di gara? Da decreto, il termine previsto era fine agosto; ma adesso sembra molto improbabile, a causa del ritardato insediamento della nuova Agcom (ora previsto il 18 luglio). Il ministero deve aspettare infatti da Agcom i criteri del bando di gara, prima di poterlo emanare. Uno dei primi atti della nuova Autorità sarà, probabilmente, una richiesta di rinvio a settembre, per la formulazione dei criteri, e questo sposterebbe la gara a ottobre.
A differenza di quanto segnalato con preoccupazione da alcuni nei giorni scorsi, invece, non risulta che l’ex beauty contest sarà intralciato da quest’assegnazione ventennale. “Le sei frequenze che daremo all’asta sono separate da quelle appena assegnate e saranno tutte libere entro settembre”, spiegano dal ministero. Concorda Antonio Sassano, docente della Sapienza: “probabilmente l’ex beauty contest andrà su un binario separato”.
Intanto il ministro Passera ha liquidato le insinuazioni avanzate dall’Idv e dai Radicali secondo cui ci sarebbe un collegamento fra l’assegnazione ventennale delle frequenze alle tv e la nomina di Anna Maria Tarantola. “Non diciamo sciocchezze”: ha tagliato corto replicando alle insinuazioni avanzate dall’Idv secondo cui ci sarebbe un “collegamento” tra l’assegnazione definitiva dei diritti d’uso delle frequenze televisive per una durata di 20 anni a tutti gli attuali operatori televisivi e lo sblocco della nomina di Anna Maria Tarantola alla presidenza della Rai.
Un’ipotesi evocata dal capogruppo Idv al Senato Felice Belisario e dal senatore dei radicali Marco Perduca. Netta la presa di posizione di Corrado Passera: “Non diciamo sciocchezze. Questo è un lavoro che dura da mesi, stiamo rispettando norme esistenti – prosegue il ministro – c’era una scadenza del 30 giugno è tutto e’ stato fatto come si doveva fare”.
Certo, ne risulta il fatto che il mercato delle frequenze televisive resta di fatto fermo e ‘congelato’ per 20 anni. “Come le Tlc- ribatte il ministro- e comunque lo Stato ha la possibilità di avere la flessibilità di cui ha bisogno: massimizzazione e miglioramenti tecnologici sono garantiti”.
Il provvedimento è finito nel mirino del Pd, che ha depositato un’interrogazione firmata dal senatore Vincenzo Vita, che chiede al ministro dello Sviluppo Economico di tornare sui suoi passi. Il ministero di Corrado Passera ha inviato ieri agli operatori di rete televisivi nazionali e locali i provvedimenti relativi all’assegnazione dei diritti d’uso definitivi delle frequenze televisive, procedura che secondo la Finanziaria 2010 di Tremonti prevedeva “l’obbligo di trasformare i titoli provvisori (rilasciati a livello regionale dal 2008 al 2012) in definitivi entro il 30 giugno 2012, in coincidenza con il passaggio al digitale su tutto il territorio nazionale”, come annunciato da una nota del Mise.
“Alle emittenti nazionali – spiega il ministero – sono state rilasciate complessivamente 19 frequenze (16 in Dvbt: 4 a Rai, 4 a Mediaset, 3 a Telecom Italia Media e 5 ad altri soggetti; 3 in Dvbh) coerentemente alla pianificazione concordata in sede comunitaria e attuata con la delibera Agcom 181/09 Cons. A questa prima tranche si aggiungeranno altre 6 frequenze, che saranno assegnate secondo la gara a offerta economica recentemente stabilita dal governo”.