SICUREZZA

Mobile identity, i dati biometrici saranno le nuove password

Dinanzi all’esplosione di applicazioni e siti web, social network e telco sono al lavoro per aumentare la sicurezza degli utenti. Ma oggi il metodo più usato resta ancora quello delle credenziali uniche usate su più siti

Pubblicato il 16 Mar 2015

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Tanti siti e troppe log-in da memorizzare, l’espansione di portali web, più l’utilizzo assiduo di nuove app, hanno portato gli utenti a dover ricordare un’infinita di password e di user name. Tutto ciò espone l’utente, sempre di più, al rischio di condividere informazioni e dati su siti che non sono sempre attendibili. L’83% degli utenti che utilizzano l’internet mobile (Fonte: GSMA Intelligence), sono preoccupati di condividere i propri dati personali e sono stanchi di mettere la password sul web e in applicazioni che usano regolarmente.

Tutti i big player, come: Facebook. Google, Linkedin o Twitter, intuendo questa esigenza e vedendone un’occasione, hanno creato i loro metodi per permettere agli utenti di registrarsi in siti di terze parti, utilizzando il loro account del proprio social network.

Oltre a queste opzioni, quest’anno arriverà anche il Mobile Connect, sistema sviluppato in GSMA da diversi MNO, presentato al MWC 2015 di Barcellona e che si prefigge un ulteriore livello di sicurezza. Allo stato attuale, infatti, esistono differenti tipi di autenticazione, a seconda del grado di sicurezza che gli utenti vogliano applicare e che fondamentalmente si potrebbero dividere in tre categorie: Light, Medium e Strong.

I tre livelli possono essere utilizzati per soddisfare diverse esigenze della customer base, per esempio l’autenticazione light, con basso di livello di sicurezza, può essere impiegata per mail, community o forum, mentre la medium per e-commerce ed accesso a siti a pagamento, infine la strong per banche o servizi finanziari, in quanto funziona con l’aggiunta di hardware e certificati, che però la rende poco user friendly.

L’autenticazione light è applicata con l’account dei vari social network e come dicevamo è un primo livello di sicurezza, in cui un Identity Provider (in questo caso il social network) delega la gestione dell’identità dell’utente, usando le singole credenziali per l’accesso a più siti web, grazie all’utilizzo di vari standard per la gestione dell’identità (AOuth, Open ID, Open ID Connect).

La medium, ovvero quella del Mobile Connect della GSMA, è un secondo livello ottimo per la sicurezza. Nella sua formula più semplice, un dispositivo mobile, è già autenticato dall’operatore attraverso la SIM, in questo modo l’operatore, in qualità di Identity Provider, non necessita di fornire all’utente una user id e l’utente non ha bisogno di inserire alcuna credenziale e potrebbe essere automaticamente autenticato ed accedere al servizio. Per una sicurezza aggiuntiva (accesso a siti a pagamento ecc.) è prevista anche la possibilità di richiedere un PIN di autenticazione.

Dovendo analizzare i pro e i contro di questi sistemi, salta subito all’occhio che lato utente non vi è più la necessità di scegliere e ricordare nuove credenziali, ma è pur vero nel caso delle connessioni attraverso i social networks, il web site può accedere ad alcune informazioni del profilo, aggredendone la privacy.

E’ ovvio poi lo svantaggio per i siti internet, in quanto tutto ciò consente ad una terza parte di gestire i servizi delle identità dei clienti per loro conto. Infine, almeno per la light, il livello di sicurezza fornito è bassa e si basa solo su user name e password.

Lo scenario futuro è molto diverso e ci propone sviluppi basati sui dati biometrici, che in realtà, già in parte utilizziamo, come le impronte digitali per effettuare pagamenti con Applepay, ma è anche quello, ancora in studio, del DeepFace di Facebook, che permette di riconoscere un volto da un database preesistente e che è già in grado, almeno secondo Scienze Mag, di analizzare miliardi di foto e capire chi è rappresentato, con una precisione intorno al 98%.

I dati biometrici non si fermano certo al solo volto e andando a vedere le specifiche FIDO (Fast Identification Online), che piacciono tanto a Microsoft, si evince la possibilità di accedere a dispositivi e applicazioni anche attraverso la voce, l’iride o altri parametri biometrici.

Per ora, l’uso di password univoche utilizzate su più siti, supportate o no dall’aiuto della SIM, resterà lo standard, ma è pur vero che il prossimo futuro tenderà sicuramente all’autenticazione attraverso i dati biometrici. Anche perché, questa, sarà l’unica via percorribile, in un mondo dove l’autenticazione online diventerà la vera chiave dell’identità personale e non solo elettronica.

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