Secondo molti osservatori, uno dei motivi che ha determinato il successo di Internet è legato al modello multistakeholder, allo sforzo cioè di coinvolgere, intorno ad un tavolo, il governo, il settore privato, la comunità tecnica e la società civile, quando si devono affrontare problemi tecnici e di policy legati a Internet. Questo modello, anche se oggetto di continuo miglioramento, si caratterizza già oggi per la sua aperta partecipazione e la sua natura decentralizzata.
Si è discusso di questo tema all’Internet Governance Forum Italia che si è svolto alla Camera dei deputati il 12 Ottobre scorso. Oltre ai temi della Dichiarazione dei diritti di Internet, delle attività sulla transizione IANA e l’accountability di ICANN, dello stato del digitale in Italia, una sessione ad hoc del Forum è stata dedicata alla Costituente per la gestione di Internet in Italia.
Questa sessione è partita dalla lettura di una lettera del sottosegretario Giacomelli, impossibilitato a partecipare di persona, che ha ribadito l’impegno del governo italiano a realizzare una Costituente italiana per Internet che permetta di rendere permanente l’attività e il dibattito sull’Internet Governance in Italia.
Mentre a livello globale esistono pratiche multistakeholder consolidate, a livello nazionale, solo in alcuni paesi esistono organismi multistakeholder formalizzati che definiscono le politiche di Internet a livello nazionale. La tendenza più diffusa è quella della creazione di multistakeholder planning committee in occasione degli Internet Governance Forum nazionali. E’ questo anche il caso italiano, francese, tedesco, spagnolo e degli USA. In questa sessione Confindustria Digitale, sulla base di un’analisi dei modelli multistakeholder esistenti nel mondo, ha presentato una proposta che mira a creare un organismo per la Costituente italiana per Internet .
I modelli di governance multistakeholder di Internet a livello nazionale adesso esistenti sono due: il Brazilian Internet Steering Committee (CGI.br) e il Multistakeholder Advisory Group on Internet Governance degli UK (MAGIG UK). Le loro caratteristiche si prestano bene a definire gli estremi di un possibile continuum di modelli di governance che si differenziano per ruoli e obiettivi.
Il CGI.br è il modello che ha maggiore storia, perché costituito nel 1995 e le cui competenze sono state ampliate nel 2003. E’ composto di 21 membri di cui 9 rappresentanti del governo, e 4 per ogni altro stakeholder. Ha un mandato molto ampio che va dalla governance dell’Internet Brasiliana alla gestione dei nomi a dominio, della sicurezza, attraverso anche la gestione del CERT, alla raccolta e organizzazione d’informazioni, indicatori e statistiche sull’Internet in Brasile.
Il Multistakeholder Advisory Group on Internet Governance degli UK (MAGIG UK) è stato creato dal governo inglese nel 2013 ed è presieduto dal Dipartimento della Cultura, Media e Sport. E’ composto di 30 persone: 16 del settore privato, 6 del governo, 3 della comunità tecnica e 5 della società civile. Non è multistakeholder in senso stretto ma svolge un ruolo consultivo per il governo inglese sui temi dell’Internet governance. La partecipazione è su invito da parte del governo a singole persone, a organizzazioni o società. Si riunisce solo 5 volte l’anno per orientare le politiche del governo inglese sui temi dell’Internet governance nazionale e internazionale e sulle politiche per le telecomunicazioni.
Il modello presentato da Confindustria Digitale fa riferimento all’esperienza realizzata nella preparazione di NETmundial in Brasile nel 2013, un evento che è considerato da tutti un momento fondamentale per il dibattito sull’Internet Governance mondiale, perché tutti gli stakeholder sono stati in grado di raggiungere il consenso su un documento di principi globali sull’Internet Governance. Il meeting di NETmundial è stato un successo perché è stato preparato e gestito in modo fortemente multistakeholder (comitati e dibattito in assemblea gestiti con una scrupolosa rappresentanza dei 4 stakeholder). Per questa ragione, il Professor Wolfgang Kleinwächter dell’Università di Aarhus, studioso di questi temi dall’inizio degli anni Novanta, ha rilevato che NETmundial ha dato origine al modello della quadriga, cioè a organizzazioni di eventi e discussioni con un coinvolgimento paritario di tutti e 4 gli stakeholder: governo, settore privato, comunità tecnica e società civile (la quadriga). Questo modello secondo Confindustria Digitale è il più adatto alla situazione Italiana. Infatti, il modello CGI.br sarebbe troppo conflittuale con l’attuale attribuzione delle competenze tra il registro .it, l’Istituto superiore delle comunicazioni e altri organismi governativi.
D’altra parte il modello MAGIG UK è troppo riduttivo negli scopi e nella rappresentanza dei vari stakeholder. Si suggerisce pertanto di adottare per l’Italia il modello della quadriga come organismo per la gestione dell’Internet governance Italiana.
Si potrebbe perciò costituire un organismo di 20 persone, con 5 rappresentanti per ogni stakeholder; al fine di rendere efficienti i lavori, ogni stakeholder nominerebbe un proprio coordinatore prescelto nell’ambito di ciascun gruppo di 5 rappresentanti. A rotazione, a ognuno dei 4 coordinatori si potrebbe affidare la presidenza annuale. E’ particolarmente importante notare che, nel modello della quadriga, i rappresentanti di ogni gruppo sarebbero scelti direttamente da ogni stakeholder. Questo nei fatti porterebbe ogni gruppo a definire il proprio processo di rappresentanza e di nomina dei propri rappresentanti in seno all’organismo multistakholder, contribuendo a far emergere realtà oggi lontane dal dibattito e dall’organizzazione degli Internet governance fora italiani e internazionali. Per lo svolgimento delle attività si potrebbe suggerire un finanziamento da parte del registro.it .
Quest’organismo potrebbe avere la seguente missione:
a) Identificare il luogo istituzionalmente deputato a definire la posizione nazionale sui temi di Internet Governance, ponendo in posizione paritetica tutti gli stakeholder.
b) Promuovere l’analisi dei temi connessi all’Internet Governance e dei loro riflessi sull’ecosistema Internet in Italia.
c) Lavorare in modo collaborativo a livello nazionale per influenzare le posizioni dell’industria, la società civile e gli organi governativi sui temi di Internet governance e di telecommunication policy.
d) Contribuire a costruire relazioni di lavoro e di fiducia con i rappresentanti di altri stati e organizzazioni sui temi di Internet governance e telecommunication policy.
Una proposta concreta quindi che vuole contribuire a valorizzare e dare continuità all’iniziativa presa dal Governo sui temi dell’Internet Governance durante la presidenza italiana del Consiglio Europeo e che permetterebbe a tutti gli stakeholder di contribuire allo sviluppo dell’eco-sistema Internet in Italia.