La sicurezza informatica, a tutela delle infrastrutture del Paese e del libero esercizio delle attività di cittadini, imprese e pubblica amministrazione, è una priorità che l’Italia non può permettersi di sottovalutare. Per questo il governo uscente di Mario Monti si è premurato di approntare un decreto che accrescerà la capacità del nostro Paese di rispondere alle minacce cibernetiche: sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale tra qualche giorno, come annunciato dal presidente del Consiglio nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico della scuola del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, presso l’Aisi, a Roma.
Si tratta di una “prima architettura di sicurezza cibernetica e protezione delle infrastrutture critiche” che pone le basi “per un sistema organico all’interno del quale, sotto la guida della presidenza del Consiglio, le varie componenti del sistema di sicurezza possano dare il loro contributo nell’ottica di un piano nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico che è auspicabile definire entro l’anno”, ha spiegato Monti. Un attacco cibernetico, infatti, “può produrre effetti devastanti e immobilizzare l’intero Paese; già oggi il furto digitale di informazioni sensibili rappresenta un grave vulnus per il sistema”.
L’annuncio del premier arriva a pochi giorni dalla pubblicazione di alcuni dati del rapporto Clusit 2013 sullo stato della sicurezza informatica in Italia (sarà reso disponibile per intero in concomitanza col Security Summit di Milano, dal 12 al 14 marzo); il quadro è preoccupante: “Gli attacchi sono aumentati in maniera esponenziale, mentre nulla è cambiato sul piano legislativo e istituzionale rispetto a un anno fa”, ha detto Andrea Zapparoli Manzoni, membro del Consiglio Direttivo del Clusit e uno degli autori del rapporto. L’Italia si troverebbe in una “situazione di emergenza, perché ormai tutti sono bersagli dei cybercriminali e i sistemi tradizionali non sono in grado di fermare questi attacchi”.
Per il DIS (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), che ha pubblicato a fine febbraio il suo report annuale sui pericoli per la sicurezza in Italia, il cybercrime è la nuova minaccia da analizzare e combattere con un’attenzione senza precedenti: “Complessa, impalpabile e pervasiva”, ha indicato il capo del DIS Giampiero Massolo, “è capace di produrre ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali e di incidere sull’esercizio delle libertà essenziali per il sistema democratico. Si tratta della sfida più impegnativa per il Paese e interessa molteplici aspetti, dai sistemi complessi e strutturati dello Stato e delle grandi aziende, ai computer e agli smartphone dei singoli cittadini”.