Puntare sui distretti industriali, cuore del sistema economico italiano, per sostenere la ripresa del Paese e vincere la sfida della ripartenza. Antonio Morabito, Responsabile Marketing Enterprise Market Tim, focalizza così la scelta della telco di inaugurare il piano “Smart District”, mix di fibra, fwa e 5G per spingere la connettività e soluzioni pensate per la trasformazione digitale in un quadro ecosistemico nazionale.
“Nel Paese esistono 142 distretti censiti – chiarisce -, che da soli rappresentano il 25% del sistema produttivo nazionale e il 65% della produzione manifatturiera. Fra questi, noi di Tim abbiamo iniziato a lavorare con Carpi, Schio e Fermo per spingere l’innovazione in vista della grande sfida che ci attende”.
Da fornitori di tecnologia a system integrator
Gli strumenti scelti sono quelli previsti dal piano industriale “Beyond connectivity”: “Proporre non più solo tecnologie, ma servizi – puntualizza Morabito -: gli utenti hanno bisogno di servizi finiti, e noi abbiamo deciso di farci carico della system integrazione di cui necessitano”. La telco, in questo senso, si propone con un’offerta che mette sul piatto una piattaforma-servizi completa di tutti gli ingredienti che abilitano la digital transformation: “Dall’infrastruttura (fibra, 5G) al cloud computing (con il primo cloud italiano, in partnership con Google), sino all’edge computing e ad una factory dedicata per gli use case IoT – chiarisce il Responsabile Marketing Enterprise Market -. Il tutto corredato da quell’aspetto importantissimo che è cybersecurity”.
Ma ancora, tutto questo non basta. “Oltre a fornire use case sappiamo che è necessario abilitare la domanda – fa notare Morabito -, quindi siamo al lavoro anche sulla diffusione di un’alfabetizzazione digitale che consenta di utilizzare questi servizi”. In questo senso, la telco ha intrapreso “iniziative specifiche, dal Risorgimento digitale all’Academy Tim, sino alla partecipazione ai Competence center del Mise”.
Use case vincenti: “L’esempio virtuoso? Pensiamo a Venezia smart”
Ma quali possono essere le applicazioni 5G vincenti nel breve periodo in Italia? “Gli esempi si perdono – fa notare Morabito -, ma posso citare use case già pronti a scalare: le smart city, ad esempio, e si veda quanto abbiamo già fatto a Venezia, creando un ambiente in cui un vero ecosistema di sensori è convogliato in un centro tecnologico che, grazie all’intelligenza artificiale, può aiutare a rendere la città più sicura e vivibile”.
A questo si uniscono progetti di sistema che stanno scalando in altre città, oltre ad un’iniziativa sul Manufacturing, su cui “abbiamo inaugurato una partnership con Comau per portare la robotica basata sul 5G su un grandissimo numero di aziende italiane, pacchettizzando un’offerta di servizio”.
L’anteprima? “La recente inaugurazione di un progetto di rete privata 5G, in partnership con un’azienda partner, grazie al quale gli stabilimenti industriali prevederanno una robotica automatizzata con questa tecnologia – conclude Morabito -. Senza scordare l’agricoltura, ambito in cui stiamo sviluppando progetti di eccellenza con associazioni di categoria per far scalare la nuova tecnologia sul più alto numero di soggetti del settore”.
“La sfida per noi è duplice – dice infine -: dal un lato rendere fruibili i servizi, dall’altro abilitare anche un importante ecosistema di partner”.