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Multa da 3,5 milioni per Meta: informazioni poco chiare sull’uso dei dati a fini commerciali



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Nel mirino Instagram. Violati gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo. E secondo l’Antitrust non vengono fornite comunicazioni utili per eventuali contestazioni in caso di sospensione degli account inclusi quelli Facebook

Pubblicato il 5 giu 2024



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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comminato una multa da 3,5 milioni di euro a Meta Platforms Ireland e alla capogruppo Meta Platforms. Sono state sanzionate due pratiche commerciali ingannevoli riguardo alla creazione e alla gestione degli account dei social network Facebook e Instagram.
Più nello specifico, l’Agcm ha accertato che Meta, in violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo, non ha informato con immediatezza gli utenti iscritti ad Instagram via web dell’utilizzo dei loro dati personali per finalità commerciali.

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Le pratiche ingannevoli emerse durante l’istruttoria

In particolare, dagli elementi istruttori raccolti è emerso che nella pagina web di registrazione a Instagram risulta di immediata evidenza il claim “Iscriviti per vedere le foto e i video dei tuoi amici”, mentre in fondo alla schermata di registrazione è presente la dicitura “scopri in che modo […] usiamo e condividiamo i tuoi dati” senza ulteriori indicazioni, unitamente ai link iperterstuali “Condizioni”, “Informativa sulla privacy” e “Normativa sui cookie”. Cliccando sul link “Condizioni” si accede alle condizioni d’uso Instagram in cui, dopo il messaggio di benvenuto, è visibile il paragrafo che descrive il servizio Instagram, suddiviso in diversi sotto-paragrafi. Nel penultimo di questi, intitolato “Connessione con brand, prodotti e servizi di interesse per l’utente”, visibile dopo alcuni scroll della pagina web, si legge “usiamo i dati provenienti da Instagram e dagli altri prodotti delle aziende di Meta, nonché dai partner terzi, per mostrare inserzioni, offerte e altri contenuti sponsorizzati che riteniamo interessanti per l’utente […]”.

Dopo ulteriori scroll della pagina web appare la successiva sezione “Modalità di finanziamento del nostro Servizio”, sotto il quale era indicato che “anziché pagare per l’uso di Instagram, usando il servizio regolato dalle presenti Condizioni l’utente riconosce che Facebook (sic) può mostrare inserzioni la cui promozione all’interno e all’esterno dei prodotti e delle aziende di Meta avviene dietro pagamento da parte di aziende e organizzazioni. Usiamo i dati personali dell’utente (ad es. informazioni su attività e interessi) per mostrargli le inserzioni più pertinenti […]”.

Cliccando i link “Informativa sulla privacy” e “Normativa sui cookie” si accede a pagine web che contengono indicazioni sulla tipologia delle informazioni dell’utente che l’azienda raccoglie e sul loro utilizzo (per esempio “Usiamo le informazioni che raccogliamo per offrirti un’esperienza personalizzata” e “Usiamo i cookie per personalizzare e migliorare contenuti e servizi”) senza, tuttavia, alcun riferimento espresso allo specifico utilizzo delle medesime per fini commerciali a beneficio di Meta.

Nel processo di registrazione via app, invece, nel corso dell’esperienza di registrazione tramite mobile device, è presente l’indicazione “Noi finanziamo i nostri servizi usando i tuoi dati…”. La procedura via app si compone di un flusso dinamico di schermate: nelle prime vengono richiesti i dati di contatto dell’utente e di inventare una password, mentre nell’ultima, in prossimità del pulsante “Accetto” è presente la dicitura sopra riportata “Noi finanziamo i nostri servizi usando i tuoi dati…”.

In corso di istruttoria, il 6 marzo 2024, Meta ha introdotto la possibilità di sottoscrivere un abbonamento a Instagram privo di inserzioni, a fronte del pagamento di una fee. Conseguentemente ha aggiornato le condizioni d’uso di Instagram. In particolare, il paragrafo “Connessione con brand, prodotti e servizi di interesse per l’utente” e la sezione “Modalità di finanziamento del nostro Servizio” sono state modificate per dare atto delle due modalità di sottoscrizione del servizio (con inserzioni personalizzate e senza esborso monetario; senza inserzioni personalizzate e con esborso monetario).

Da segnalare che il 25 marzo 2024 Meta ha introdotto il disclaimer “Noi finanziamo i nostri servizi usando i tuoi dati personali per mostrarti le inserzioni” anche nella pagina web di registrazione a Instagram. Cliccando su tale dicitura, l’utente viene reindirizzato alla sezione delle condizioni d’uso di Instagram relative alle modalità di finanziamento del servizio medesimo.

Le criticità sulla sospensione degli account

L’Antitrust ha appurato anche che, in violazione dell’articolo 20 del Codice del consumo, Meta non ha gestito con precisione la sospensione degli account Facebook e Instagram dei propri utenti. In particolare, Meta non ha indicato come decida di sospendere gli account Facebook (se a seguito di un controllo automatizzato o “umano”) e non ha fornito agli utenti di Facebook e Instagram informazioni sulla possibilità di contestare la sospensione dei loro account (si possono rivolgere a un organo di risoluzione stragiudiziale delle controversie o a un giudice). Di conseguenza, ha previsto un termine breve (30 giorni) per la contestazione della sospensione da parte del consumatore.
Entrambe le pratiche, in ogni caso, sono state cessate da Meta nel corso del procedimento.

Ma Meta valuta “possibili azioni da intraprendere”

La risposta di Meta non si è fatta attendere: un portavoce della società italiana ha dichiarato in una nota che il gruppo è “in disaccordo con la decisione presa dall’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e stiamo valutando le possibili azioni da intraprendere. Già da agosto 2023, abbiamo apportato delle modifiche per gli utenti italiani che indirizzano i temi sollevati dell’Agcm. Abbiamo reso ancora più chiaro il modo in cui utilizziamo i dati per mostrare annunci personalizzati su Instagram e fornito agli utenti informazioni e opzioni aggiuntive per fare ricorso in caso di sospensione dell’account. Accogliamo con favore, invece, il riconoscimento da parte dell’Agcm dell’efficacia delle nostre soluzioni per aiutare le persone a tornare in possesso del proprio account”.

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