CONCORRENZA

Multa record da 413 milioni per Booking.com: abuso di posizione dominante



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La sanzione è stata inflitta dall’Antitrust spagnolo secondo cui il colosso danneggia il settore alberghiero e restringe il perimetro delle agenzie di viaggio online. Ma l’azienda non ci sta e annuncia che presenterà ricorso. Intanto l’Autorità britannica avvia un’indagine sulla partnership Google-Anthropic

Pubblicato il 30 lug 2024



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La Spagna ha multato Booking.com per 413 milioni di euro: lo ha annunciato l’Autorità per la concorrenza del Paese, la Cnmc, infliggendo la sanzione (413.240.000 euro) dopo aver stabilito che la piattaforma online per la prenotazione di hotel e alloggi turistici ha abusato della propria posizione di dominio di mercato negli ultimi cinque anni.

Si tratta della sanzione più grande mai inflitta dalla Cnmc (Commissione nazionale per i mercati e la concorrenza). Booking.com, secondo l’Antitrust iberico, avrebbe imposto “condizioni commerciali sleali agli hotel spagnoli” e limitato la concorrenza delle piattaforme alternative.

Booking ha già annunciato che farà ricorso e si è appellata al Digital markets act dell’Ue come contesto più appropriato per risolvere eventuali controversie.

Concorrenza, Booking.com multata in Spagna

La Cnmc spiega che Booking.com ha commesso, a partire dal 2019, “abusi della propria posizione di dominio” sul mercato di due tipi: sfruttamento della propria posizione e restrizione della concorrenza. Ciò è stato fatto, da un lato, “imponendo condizioni commerciali non eque agli hotel” che usano i suoi servizi in Spagna, dall’altro, “restringendo la concorrenza di altre agenzie di viaggio online che offrono gli stessi servizi”. Sono così stati violati l’articolo 2 della legge spagnola 15/2007, del 3 luglio, sulla Defensa de la competencia, e l’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, Tfue.

Le condizioni commerciali di sfruttamento sono, nello specifico, “una clausola sui prezzi” che impedisce agli hotel di offrire stanze sui propri siti a prezzi inferiori rispetto a quelli stabiliti su Booking.com, mentre Booking.com si riserva il diritto di abbassare unilateralmente il prezzo che gli hotel offrono attraverso il sito web o la piattaforma di Booking; le clausole sulle condizioni generali di contratto; e la mancanza di trasparenza sull’impatto e la redditività dell’abbonamento ai programmi Preferred, Preferred Plus e Genius. Questi programmi permettono agli hotel che li sottoscrivono di migliorare il loro posizionamento nella classifica predefinita dei risultati di Booking.com, in cambio di una commissione più alta o di offrire sconti sulla camera più venduta o sulla più economica che l’hotel ha su Booking.com.

Danneggiate le altre agenzie di viaggio online

Quanto alla condotta restrittiva della concorrenza, per la Cnmc Booking.com ha di fatto limitato le azioni possibili da parte delle altre agenzie di viaggio online attraverso precise policy. Innanzitutto, l’impiego del numero totale di prenotazioni di un hotel tramite Booking come criterio di posizionamento nell’elenco dei risultati predefinito di Booking.com. Questo, secondo l’autorità antitrust spagnola, incentiva gli hotel a concentrare le loro prenotazioni online solo attraverso Booking.com, impedendo ai concorrenti di entrare o espandersi nel mercato.

Altro comportamento sanzionato è l’impiego, come criterio per accedere e rimanere nei programmi Preferred e Preferred Plus, di un requisito di rendimento basato fondamentalmente sulla redditività di ogni hotel per Booking.com. Questo spinge gli hotel che vogliono accedere o rimanere nei programmi a seguire una politica di prezzi e disponibilità che li porta a concentrare le loro vendite sulla piattaforma, a scapito di altre agenzie concorrenti.

Il Cnmc ha, di conseguenza, inferto a Booking.com due multe di 206.620.000 euro per ciascuna delle violazioni. Inoltre, l’autorità ha imposto alla piattaforma diversi obblighi comportamentali per garantire che né i comportamenti che hanno portato alle infrazioni, né altri che possono produrre un effetto equivalente, continuino in futuro.

La replica di Booking: “Diamo supporto ai partner”

L’indagine della Cnmc è partita nel 2022, dopo che, nel 2021, la Asociación española de directores de hotel e la Asociación empresarial hotelera de Madrid hanno presentato una denuncia contro Booking.com accusandola di abuso di posizione dominante.

Nel periodo di indagine, aggiunge la Cnmc, la piattaforma ha coperto in Spagna una quota di mercato oscillante tra il 70% e il 90%.

Immediata la reazione della società olandese: “Siamo fortemente in disaccordo con l’esito dell’indagine della Cnmc e intendiamo presentare ricorso contro questa decisione senza precedenti. Come abbiamo già dichiarato, il Digital markets act dell’Ue è il contesto più appropriato in cui discutere e valutare la maggior parte di questi temi, in quanto offre l’opportunità di concordare soluzioni che siano applicabili in tutta Europa piuttosto che a livello nazionale”, ha replicato Booking in una nota.

“Booking.com opera in un settore altamente competitivo e caratterizzato da un ampio ventaglio di proposte sia per le imprese che per i consumatori”, prosegue la nota della piattaforma digitale. “Noi offriamo ai nostri partner programmi di supporto come Preferred Plus e Genius, ai quali possono aderire. La decisione odierna della Cnmc non tiene conto di questo aspetto, contribuendo a creare una disparità di trattamento per i consumatori e per i nostri partner in Spagna, rispetto al contesto globale”.

Google-Anthropic sotto la lente dell’Antitrust in Uk

Intanto, nel Regno Unito, l’autorità nazionale per la concorrenza Cma (Competition and markets authority) ha aperto una consultazione pubblica, che si terrà fino al 13 agosto, propedeutica all’apertura di un’indagine formale sull’alleanza tra Alphabet (parent company di Google) e Anthropic e i suoi eventuali impatti sul mercato.

In particolare, la Cma vuole valutare se la partnership con Anthropic dà luogo a una “relevant merger situation“, ovvero una situazione assimilabile alla fusione d’impresa come definita all’interno della legge britannica (Enterprise act 2002). Se riconosciuta tale, la Cma valuterà se la creazione di questa situazione porti in concreto a una riduzione della concorrenza in uno o più mercati dei beni o dei servizi nel Regno Unito.

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