«L’intera filiera del fixed wireless access conta in Italia su un milione di famiglie e imprese connesse, tre miliardi di fatturato globale, 8.500 dipendenti diretti, con una presenza in tutte le regioni e province. Rappresenta l’11% delle connessioni in banda larga e ultralarga attive in Italia». A snocciolare i numeri del settore, quello dei sistemi di trasmissione che forniscono connettività Internet utilizzando radiofrequenze grazie a soluzioni punto-punto e punto-multipunto, è Alessio Murroni, Western Europe sales director di Cambium Networks, società nata nel 2011 da uno spin out di Motorola solutions che oggi conta su più di 4 milioni di moduli radio installati in 150 nazioni e più di 350 dipendenti. I numeri sono frutto di un lavoro di oltre otto mesi in cui l’azienda, che ha fondato con altri partner la Coalizione del Fixed Wireless Access, ha collaborato al censimento del settore, inclusi Internet service provider, system integrator, TowerCo e altri vendor.
Murroni, che potenzialità ha l’Fwa?
Il mercato del Fwa outdoor in Italia ha visto una forte evoluzione delle tecnologie. Siamo partiti con l’obiettivo di portare la banda larga nelle zone di digital divide, senza pensare a quelle coperte dall’Adsl. Ma oggi i nostri clienti possono portare banda larga ovunque, escluse probabilmente le grandi aree urbane metropolitane, con un’offerta competitiva nelle aree suburbane e in quelle rurali, in complemento o alternativa alle soluzioni cablate.
Quali sono i vantaggi?
I tempi di deployment della rete sono molto più veloci rispetto alla posa dei cavi in fibra. Poi l’estrema flessibilità: la rete può essere disegnata per servire “chirurgicamente” i bacini dove c’è richiesta. E infine il ritorno degli investimenti: i nostri operatori “si costruiscono” una rete di cui sono proprietari, non devono pagare fee ad altri operatori. Abbiamo diverse famiglie di prodotti, a partire da un entry level a costi competitivi. Questo ha consentito di avere un alto numero di player che lavorano nel settore, e che portano la banda larga dove il business non è “interessante” per le società di telecomunicazioni tradizionali.
Quali prestazioni di rete si possono raggiungere con il Fwa?
L’obiettivo dei 30 mbps è realtà, e lanceremo a breve una nuova tecnologia che sarà 3-4 volte più performante, che potrà fare la differenza nell’offerta degli Internet service provider a clienti business. E si aprono prospettive anche nell’industrial internet of things, non tanto per la fase indoor, quanto nella fase outdoor per la raccolta e lo scambio delle informazioni.
Come si inserisce questa offerta nello scenario degli Isp italiani?
Il numero degli Isp in Italia è elevato e frazionato. Parliamo di 600-700 player, che presidiano il territorio in modo puntuale: realtà spesso piccole ma molto efficaci nelle zone di copertura. Abbiamo una serie di attori che si sono inventati un mestiere e hanno fatto di necessità virtù, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei, dove sono stati finora più forti gli investimenti e la regia del pubblico.
Che spazio c’è per l’Fwa nel piano italiano per la banda ultralarga?
Nel piano Bul, il ruolo del Fwa è principalmente concentrato nelle zone di digital divide, i cluster C e D: dove le soluzioni Fttx non saranno presenti prima di 3-4 anni, o dove le condizioni orografiche o socio-economiche non permettono la realizzazione di reti Fttx. C’è un dibattito aperto su quale sia il limite oltre il quale sia più indicato il wireless. Il Fixed Wireless Access è una soluzione flessibile, che può raggiungere coperture significative in tempi rapidi e con banda elevata.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
I tempi sono maturi perché un’azienda come la nostra, e l’intera filiera del fixed wireless access, sia considerata a livello mainstream: è l’obiettivo del nostro percorso iniziato ormai tanti anni fa, quello di uscire dal campo degli “outsider”. Questo sarà d’aiuto tra l’altro al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda digitale europea e dei piani Bul del nostro governo: per i cluster C almeno il 70% delle unità immobiliari oltre 100Mbps e il 30% a 30Mbps, e per i Cluster D il 100% delle unità immobiliari ad almeno 30Mbps entro il 2020. Una velocità che sarà possibile raggiungere anche attraverso il fixed wireless access, in grado di offrire prestazioni sempre più performanti con un utilizzo sempre più ridotto dello spettro. A anche se di frequenze dedicate a questo genere di servizi ci sarà sempre più bisogno. Siamo in trepida attesa della pubblicazione dei bandi di gara per l’assegnazione dello spettro 3.6-3.8 GHz.