Digitale, formazione e ricerca: sono questi i 3 passaggi strategici per spingere il patrimonio museale mondiale ad uscire dalla crisi causata dalla pandemia. Emerge dal rapporto pubblicato dall’Unesco che stila una valutazione provvisoria della situazione di 104mila musei nel sulla base dei dati forniti da 87 Stati membri in un sondaggio online condotto lo scorso marzo. Secondo il report nel 2020, il 90% (circa 85mila) dei musei sono stati chiusi per una media di 155 giorni provocando una contrazione delle entrate con punte fino all’80% rispetto al 2019. Inoltre dall’inizio del 2021 sono ancora molti i musei costretti a chiudere nuovamente i battenti provocando, in media, un calo del 70% delle presenze.
In diminuzione i finanziamenti pubblici
Ma non basta: i finanziamenti pubblici diminuiscono anche fino al 40% per il 50% dei musei degli Stati che hanno risposto all’indagine. Un dato, si legge nel report, “allarmante perché le chiusure prolungate e il calo di visitatori e di entrate comportano un forte impatto sul settore nel suo complesso, rendendo più difficile sostenere gli investimenti per la conservazione delle collezioni, la garanzia della loro sicurezza e il rapporto con il pubblico e le comunità locali”.
A un anno dalla pandemia, lo scenario dei musei appare ancora sotto shock. Fra le misure adottate finora di contano campagne di sensibilizzazione e protocolli di sicurezza rafforzati. Ma ora diventa cruciale rafforzare attraverso il digitale la cultura dei musei, utilizzando i media e sviluppando strumenti digitali ad hoc.
Spinta sulla digitalizzazione delle collezioni
Il ruolo dell’Ict, sottolinea l’Unesco, si conferma “essenziale: dallo sviluppo di visite virtuali all’uso di reti sociali, è necessario, si legge nel report, abbattere il digital divide che a oggi costituisce un ostacolo alla missione educativa dei musei”.
Per questo viene sollecitata l’attuazione di una “politica di digitalizzazione su larga scala per inventariare le collezioni”, così come misure a sostegno dell’istruzione, la formazione e la ricerca. In quanto agenzia delle Nazioni Unite per la cultura, l’Unesco si impegna ad accompagnare gli Stati membri e le istituzioni museali in questa trasformazione. Fornirà un quadro di riferimento e promuoverà la cooperazione internazionale.
“Nel mezzo della crisi – dice il direttore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay -, non dobbiamo perdere di vista l’importanza fondamentale di garantire l’accesso alla cultura e conservare il nostro patrimonio in tutta la sua diversità. Gli Stati hanno un ruolo essenziale nel sostenere i musei in questo periodo difficile: serve una politica culturale ambiziosa, non solo per garantire la sopravvivenza dei musei ma anche per prepararli al futuro“.