“Investing in Music non sottolinea solo il valore finanziario degli investimenti artistici, ma anche il lavoro costante che le case discografiche dedicano alla crescita di un artista. Nel mondo digitale, la natura del lavoro si è fortemente evoluta, ma la mission è rimasta stabile: scoprire nuovi artisti, contribuire alla costruzione della loro carriera e portare le migliori nuove scoperte al maggior numero di fan. Sono queste le caratteristiche che definiscono gli investimenti musicali delle case discografiche”. Lo affermano Frances Moore, chief executive Ifpi ed Alison Wenham, Ceo di Win, a proposito di “Investing in Music 2016”, il report che descrive gli investimenti globali delle case discografiche destinati alla scoperta, la formazione e la promozione di artisti musicali.
La discografia, secondo il report realizzata da Ifpi che rappresenta l’industria discografica nel mondo, in collaborazione con Win, che rappresenta le etichette indipendenti a livello internazionale, resta il maggior investitore musicale, con importi di oltre 4.5 miliardi di dollari destinati all’A&R (artisti e repertorio) e marketing nel solo 2015. “Non esistono attualmente – si legge in una nota di Fipi, la federazione dell’industria musicale italiana – altri soggetti capaci di investire su così larga scala: le aziende discografiche si assumono il rischio, con investimenti anticipati, di formare, promuovere e fornire quelle azioni funzionali allo sviluppo di progetti artistici”.
Tra i dati più significativi che emergono da Investing in Music, il fatto che le case discografiche re-investono il 27% dei propri ricavi in A&R (Artisti e repertorio) e marketing, investimenti annuali che sono rimasti stabili nonostante i 20 anni di declino nei ricavi che l’industria ha affrontato. Di questo 27%, le aziende investono il 16.9% dei ricavi in A&R, una proporzione più alta di ogni altro investimento in ricerca e sviluppo negli altri settori leader – sostiene Fipi – inclusi nell’EU Industrial R&D Investment Scoreboard 2015. Le aziende discografiche investono inoltre, insieme con i distributori – sottolinea il report – nello sviluppo di infrastrutture per il mercato digitale, servendo più di 360 siti musicali nel mondo con oltre 40 milioni di tracce.