Elon Musk torna a creare scompiglio con le sue ultime dichiarazioni sulla struttura di governo di Tesla e prefigura (o minaccia al board?) uno scenario in cui si metterà a capo di una nuova società dedicata ai business del futuro: intelligenza artificiale e robotica. L’imprenditore proprietario anche di SpaceX e X ha detto di voler salire dal 13% al 25% dei diritti di voto nell’azienda delle auto elettriche: quanto basta “per essere influente, ma non così tanto da non potere essere esautorato”, ha scritto in un tweet.
Solo con un maggior controllo sulla società delle auto elettriche, Musk si sentirebbe a suo agio nel proseguire lo sviluppo di Tesla come colosso mondiale dell’intelligenza artificiale. L’alternativa è sviluppare Ai e robotica al di fuori di Tesla – un’affermazione che ha messo in subbuglio gli azionisti della società e solleverebbe anche problemi di conflitto di interessi, secondo gli esperti di governance aziendale.
Musk e l’Ai fuori da Tesla: possibile conflitto di interessi?
Musk ha finora presentato Tesla come una “società di intelligenza artificiale e della robotica”, perché le sue auto sono dotate di un software di parziale automazione della guida e anche perché l’azienda ha sviluppato un prototipo di robot umanoide. Ora alcuni analisti fanno notare che, spostando lo sviluppo tecnologico al di fuori di Tesla, Musk non farebbe altro che danneggiare il valore delle sue azioni, rimuovendo potenziali opportunità di crescita.
Ma c’è di più, evidenzia Ann Lipton, professoressa della Tulane Law School: “Il problema è che i suoi tweet suggeriscono che, nel suo ruolo di ceo e direttore, non solo sta rifiutando le redditizie opportunità che Tesla offre in base alle sue preferenze personali, ma le sta anche re-indirizzando verso le altre sue aziende private. Questo è un conflitto di interessi che suggerisce una violazione dei suoi obblighi nei confronti di Tesla”.
Ai ceo e ai direttori è vietato cogliere qualsiasi opportunità commerciale per se stessi che appartiene all’azienda, secondo il principio legale della corporate opportunity. Sarebbe, dunque, illegale per Musk continuare separatamente lo sviluppo delle tecnologie di Ai e robotica che sono al cuore del business di Tesla senza il permesso dell’intero cda.
xAi, la nuova società per competere con ChatGpt
Musk, il maggiore azionista di Tesla con una quota del 13%, possiede diverse società tra cui SpaceX, Neuralink, X e xAi – la sua ultima venture con cui intende competere con il produttore di ChatGpt, OpenAi. La sua quota in Tesla è scesa negli ultimi due anni, perché l’imprenditore ha venduto decine di miliardi di azioni della società per finanziare il suo acquisto della ex- Twitter. Ora potrebbe salire fino al 23% se esercitasse tutte le sue stock option, anche se potrebbe essere costreetto a venderne una parte per pagare le tasse relative all’operazione.
“Musk sta tentando di recuperare il controllo che è stato perso con la vendita di azioni per finanziare Twitter”, ha detto l’analista di Cfra Research, Garrett Nelson. “Secondo noi le richieste che Musk sta avanzando adesso sono anche legate alla vicina sentenza del tribunale del Delaware in merito alla causa che ruota intorno al suo precedente pacchetto retributivo in Tesla“.
Le manovre intorno al cda di Tesla
L’azionista di Tesla Richard Tornetta, infatti, ha fatto causa al ceo sostenendo che abbia usato il suo dominio sul consiglio di amministrazione dell’azienda per ottenere uno stipendio fuori misura. Se vincerà la causa il cda non potrà confermare un compenso analogo e questo potrebbe ridurre la capacità di Musk di acquistare azioni. Tuttavia, diversi esperti ritengono che il cda non si opporrà alle richieste di Musk sul compenso, perché il ceo ha una forte influenza sul consiglio e stretti legami con diversi membri, tra cui il fratello Kimbal.
“Il consiglio di amministrazione di Tesla è generalmente tollerante nei confronti del suo comportamento irregolare”, è il commento di Xu Jiang, professore associato alla Fuqua School of Business della Duke University. “Probabilmente ci sarà opposizione da parte dei principali azionisti come Vanguard e BlackRock”.
Gene Munster, managing partner di Deepwater asset management, ritiene che l’azienda non abbia altra scelta che accogliere le richieste di Musk, pur di non rischiare che il ceo davvero vada a sviluppare altrove le tecnologie dell’intelligenza artificiale e della robotica, con grave danno per gli azionisti.