L’Europa farà valere le disposizioni del Digital services act anche per la piattaforma X di Elon Musk: il fatto che il patron dell’ormai ex Twitter si sia chiamato fuori dal Codice di condotta online non lo esime dalla conformità alle norme dell’Unione europea, tanto più che il sito di microblogging pullula di fake news, secondo quanto ha affermato la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova. In una conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’applicazione da parte delle principali piattaforme online del codice di condotta Ue sulla disinformazione, Jourova ha detto che X è la piattaforma dove più le notizie false o faziose sono più diffuse.
“X, l’ex Twitter, non è più soggetto al codice di condotta ed è la piattaforma con la maggiore percentuale di miti o post di disinformazione”, ha dichiarato Jourovà.
L’Ue guarda anche al contesto delle elezioni politiche: Jourova si è detta preoccupata per la presenza continua di propaganda e disinformazione russa sulle piattaforme digitali, ora rafforzata anche da un uso malevolo dell‘intelligenza artificiale generativa. La vicepresidente dell’esecutivo europeo ha anche riconosciuto gli sforzi delle piattaforme nel contrastare la disinformazione, ma ha sottolineato la necessità di ulteriori miglioramenti e invitato ad aumentare la vigilanza.
Jourova su X (Twitter): “Troppa disinformazione”
“Musk sa che non è esonerato dagli obblighi abbandonando il codice di condotta” per le piattaforme online, ha affermato Jourova. Ora “abbiamo la legge sui servizi digitali pienamente in vigore. La applicheremo, abbiamo una nostra unità molto ben attrezzata che monitorerà e supervisionerà ciò che stanno facendo le piattaforme (…) il mio messaggio per Twitter è che c’è sempre la dura legge della vita: staremo attenti a quello che stai facendo”.
Jourova ha aggiunto, riguardo alla ex Twitter che “Dal rapporto emerge che gli attori della disinformazione hanno molti più follower delle loro controparti della non disinformazione e mostrano la tendenza ad essersi uniti alla piattaforma più recentemente rispetto agli utenti della non disinformazione. Possiamo fornire un paragone quantitativo di quanto la disinformazione appare su Twitter rispetto ad altre piattaforme. E aggiungo che non sono stata contenta quando Twitter ha abbandonato il codice di condotta, perché abbiamo avuto una buona cooperazione con Twitter e i suoi esperti. Ora abbiamo un paragone e anche questo dimostra che il Codice serve”, ha evidenziato.
Fake news, Ai ed elezioni, i timori dell’Europa
“La propaganda e la disinformazione russa sono ancora molto presenti sulle piattaforme online” ed è il modo in cui “combatte il Cremlino”, ha indicato ancora la vicepresidente della Commissione Ue. “Sono lieta di vedere che le principali piattaforme hanno iniziato ad affrontare i rischi dell’intelligenza artificiale generativa iniziando a mettere in atto misure di salvaguardia per informare gli utenti sull’origine sintetica dei contenuti pubblicati online”.
Jourova ha sottolineato che i rischi sono particolarmente elevati nel contesto elettorale e che le piattaforme digitali sono state invitate ad essere vigili e a fornire garanzie efficaci.
La propaganda russa e il ruolo delle piattaforme
“Abbiamo chiesto alle piattaforme di monitorare specificamente le informazioni sulla guerra russa in Ucraina“, ha indicato Jourova. Per esempio, “Google riferisce che tra gennaio e aprile 2023 YouTube ha chiuso più di 400 canali coinvolti in operazioni coordinate di influenza legate alla rete Internet sponsorizzata dallo Stato russo. Il motore di ricerca Google ha inoltre rimosso la pubblicità da quasi 300 siti collegati a siti di propaganda finanziati dallo Stato”.
“Meta ha riferito di aver ampliato i propri accordi di verifica dei fatti a 26 partner che coprono 22 lingue nell’Ue, che ora include anche il ceco e lo slovacco. Gli sforzi di verifica dei fatti di Tik Tok coprono il russo, l’ucraino, il bielorusso e 17 lingue europee”, ha proseguito la vicepresidente della Commissione europea. “In questo contesto sono stati verificati 832 video relativi alla guerra, di cui 211 rimossi. Microsoft sottolinea che la ricerca di Bing ha promosso informazioni o declassato informazioni discutibili in relazione a quasi 800.000 query di ricerca relative alla crisi. Sebbene sia positivo avere questa visione specifica di queste informazioni in tutto il mondo, mi aspetto che le piattaforme facciano maggiori sforzi con risultati migliori”, ha concluso Jourova.