Giornata di fuoco per Elon Musk: in un sol colpo il manager finisce nel mirino dei dipendenti di Twitter – a seguito dell’incontro da cui è emersa l’ipotesi di un piano di riorganizzazione che prevederebbe licenziamenti – e soprattutto dell’investitore Keith Johnson che lo accusa di truffa e manipolazione del prezzo della criptovaluta Dogecoin avviando una causa da 258 miliardi. E last but not least un azionista di Tesla ha citato in giudizio la casa automobilistica, Musk e il Consiglio di amministrazione per aver trascurato le denunce di discriminazione e molestie.
Dogecoin e la causa da 258 miliardi
A intentare causa contro Musk è l’investitore Keith Johnson, secondo il quale Musk avrebbe spinto al rialzo il prezzo della criptovaluta Dogecoin promuovendola per suo “profitto e divertimento” sfruttando uno “schema piramidale” che avrebbe consentito una “manipolazione” del valore della criptovaluta. Johnson chiede a Musk e alle aziende Tesla e Space X 258 miliardi di dollari, di cui 86 miliardi quantificati come perdite relative all’anno 2019 e 172 miliardi in danni. “Gli imputati affermano falsamente che Dogecoin rappresenta un investimento legittimo, mentre invece non ha alcun valore, e non paga alcun interesse o dividendo: è semplicemente una truffa”, si legge nei documenti depositati al tribunale a seguito della denuncia presentata da Keith Johnson.
L’incontro con i dipendenti di Twitter e l’allarme licenziamenti
In videoconferenza con i dipendenti Twitter per fare il punto sull’acquisizione da 44 miliardi Elon Musk ha dichiarato di voler “incrementare in maniera significativa” gli utenti della piattaforma, senza escludere la prospettiva di licenziamenti. Lo riferisce il Wall Street Journal. “Al momento i costi sono superiori ai ricavi e non è una situazione positiva, la società ha bisogno di rimettersi in salute: in ogni caso, chiunque contribuisca all’azienda in maniera concreta non ha nulla da temere”. Musk ha detto che punta “almeno un miliardo di persone su Twitter” dagli attuali 229 milioni circa. “Dobbiamo trovare un equilibrio per consentire alle persone di dire ciò che vogliono dire, ma anche per mettere le persone a proprio agio su Twitter, altrimenti semplicemente non lo useranno”.
Le accuse di abusi e discriminazione in Tesla
L’azionista di Tesla Solomon Chau ha citato in giudizio il produttore di auto elettriche, l’amministratore delegato Elon Musk e il suo consiglio, accusandoli di aver trascurato di affrontare le denunce di discriminazione e molestie sul posto di lavoro e di aver generato una “cultura tossica”. La causa è l’ultima contro Tesla, che è stata accusata di discriminazione razziale e molestie sessuali nelle sue fabbriche. “Tesla ha creato una cultura del posto di lavoro tossica basata su abusi razzisti e sessisti e discriminazioni contro i propri dipendenti”, ha affermato l’investitore Chau.
Tesla, prezzi auto in aumento fino a 6mila dollari
Per restare a Tesla, la casa automobilistica Tesla ha deciso di aumentare i prezzi di alcuni modelli fino a 6.000 dollari, per far fronte all’aumento dei costi e ai problemi di approvvigionamento. Gli aumenti riguardano i modelli a lunga trazione, 3, Y e X. La società aveva già aumentato i prezzi a marzo. Tesla inoltre stando ai dati rilasciati dalle autorità di regolamentazione della sicurezza automobilistica statunitensi risulta prima nella classifica degli incidenti che vedono protagoniste le auto con guida assistita con 273 incidenti da luglio dello scorso anno su un totale di 400 rilevati. Honda Motor ha riportato 90 incidenti, l’unità di auto a guida autonoma di Alphabet, Waymo 62 incidenti che coinvolgevano sistemi di guida automatizzati, mentre Cruise di General Motors ne ha avuti 23.